Mercoledì 24 Aprile 2024

Dzeko-Sanchez, tutti felici. A parte Suning

La Roma propone lo scambio all’Inter. I due hanno stipendi simili, ma per il bosniaco non vale il Decreto Crescita: e da Pechino frenano

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di Mattia Todisco

Come un film di cui si attende il remake, ma con un finale diverso. Dzeko-Inter, un matrimonio in passato vicino e mai celebrato, è diventata l’idea di mercato in extremis della finestra invernale 2021. Non fosse stato per la frattura con la Roma, poco ci sarebbe stato da raccontare: il mercato dell’Inter era da considerare chiuso fino alla giornata di ieri. Tiago Pinto, nuovo ds giallorosso, sta cercando una soluzione per piazzare un giocatore il cui ingaggio da 7,5 milioni è troppo alto per un separato in casa di quasi 35 anni. Aveva tentato la carta dello scambio con Eriksen, rifiutato dall’Inter, ieri è tornato alla carica con la stessa controparte chiedendo Sanchez (la formula sarebbe doppio prestito fino a giugno). Lo stipendio del cileno da 7 milioni è simile a quello di Dzeko solo per la parte netta, perché per l’ex United la società milanese può usufruire del Decreto Crescita e pagare metà del lordo, cosa che non potrebbe fare con l’attuale nove giallorosso. Per questo l’Inter non ha chiuso la porta, su indicazione di Conte (da sempre estimatore di Dzeko) ma ha chiesto alla Roma tre milioni per pagare la differenza tra i due ingaggi lordi. Al momento questo è uno dei nodi da sciogliere, non il solo: anche in caso di assenso da parte dei capitolini, bisognerebbe convincere Sanchez a trasferirsi alla corte di Fonseca, quindi trovare un accordo con l’entourage di Dzeko. La punta vorrebbe un biennale fino al 2023, potrebbe diventare il classico annuale con opzione per il secondo come successo con Kolarov.

Ieri Pinto e il suo collega nerazzurro Ausilio si sono incontrati in un albergo a Milano, i contatti sono poi proseguiti telefonicamente in serata. I tempi sono stretti, il mercato chiude lunedì. Nel frattempo la dirigenza interista lavora anche sul fronte rinnovi. Gli agenti di Lautaro sono passati in sede per un nuovo summit. Si va verso un prolungamento fino al 2024 con aumento dell’ingaggio a 5 milioni annui. Quello di ieri è stato il giorno del versamento degli stipendi di luglio e agosto ai tesserati, dopo l’accordo che ha permesso alla società di pagare oltre la scadenza federale prevista per lo scorso 1° dicembre. Il 16 febbraio c’è invece un’altra deadline che riguarda gli emolumenti di novembre-dicembre, per i quali sono in corso colloqui individuali. Sono soldi che dovrà tirar fuori Suning, perché non ci sono i tempi tecnici per la chiusura con Bc Partners, ancora impegnata nella due diligence e avviata verso una possibile offerta nelle prossime due settimane (presumibilmente per la maggioranza delle quote). Non ci sarebbero ancora ragionamenti in corso sul management: se ne parlerà più avanti.