Mercoledì 24 Aprile 2024

Dall’altare alla serie B, Brunori tutto in 48 ore

Venerdì il matrimonio e il ritorno in jet a Palermo, ieri la promozione con i rosanero davanti a 35 mila spettatori contro il Padova

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Paolo Franci

Come in una favola. Matteo Brunori aveva previsto il matrimonio per il 10 giugno in tempi non sospetti: pensava bene che di questi tempi sarebbe stato tutto finito. E invece no. C’era l’ultima partita di un estenuante play off per la B. E così lui venerdì è volato con un charter nelle Marche, ha sposato la sua Dalila festeggiato da mogli e fidanzate dei compagni, e poi è subito tornato a Palermo. E ieri su rigore al 25’ ha deciso la partita che ha riportato il Palermo in B.

Palermo-Padova, non è stata solo un’altra maledetta domenica. E neanche il solito rito di quelli che cantano e ballano e di chi, sconfitto, piange e si dispera. Palermo-Padova è stato il volo del pinguino. Perchè è vero che il pinguino non sa volare, ma è anche vero che a volte i miracoli accadono. E succede che una partita tra due squadre che puntano al purgatorio del pallone, la Serie B, la facciano come due big che si giocano una coppona. Trentatremila biglietti polverizzati per il ritorno a Palermo, con i ragazzi di Baldini avanti 1-0 dopo il colpo in casa di Oddo. E poi la diretta sulla Rai, ma non sui canali quelli laggiù sul telecomando, no. Su Raidue, prima serata. Tipo Fiorello o giù di lì. Il che significa che gli italiani nel mondo si sono goduti lo spettacolo di chi lotta nel calcio di un dio minore per arrampicarsi. E arrampicarsi ancora.

No. Per dirla in contromano rispetto al Maestro Zeman, Palermo-Padova non è stata una partita come le altre. Non lo è stata perche in tribuna c’erano gli emissari dello sceicco Mansour - il patron del Manchester City - e qualche il fedelissimo ex Roma di James Pallotta, che vorrebbe rilevare il club.

Ecco perchè Palermo-Padova è una partita unica: fa girare il mondo al contrario.

E poi c’è Silvio Baldini. Uno che è uscito dal grande calcio e ha deciso di allenare, per anni, la Carrarese gratis. Racconta: "Non ci potevo più stare dentro il sistema. Me lo impedivano i miei valori, la mia necessità di emozioni". Lui, davvero non lo fa per soldi. Lo fa per essere felice, più di mille santoni che predicano, predicano e poi guadagnano dieci milioni l’anno. Silvio Baldini se ne frega e dice, durante le folle corsa dentro ai playoff: "La mia media punti? Chi se ne frega! A me interessa arrivare in fondo per questa gente, i giocatori, la società. Io sono innamorato del percorso che la vita mi ha relegato perché la cosa più importante, anche se sembra banale, sono le emozioni... Voglio sognare, voglio essere libero, non voglio avere niente, voglio amare solo la mia famiglia e i miei amici e godermi quello che mi dà la natura".

Le emozioni. Il calcio vero dove la passione, per una volta, mette a sedere i quattrini. Baldini è un WIlliam Wallace del pallone. Così come lo è in modo più asciutto e intimo, Massimo Oddo, il dirimpettaio di questa sfida che sa di cuoio e cuciture di una volta. Già, Oddo. Con il suo calcio pieno di idee che mai ha attratto club di livello. Perchè le idee a volte fanno paura. Meglio chi dice sempre "sì, presidente". Oddo che è affondato per qualche esonero di troppo, la paura di essere dimenticato dietro a quel microfono da opinionista tra Canale 5 e Amazon Prime. Oddo che il 24 febbraio torna in panchina a Padova e ancora non immagina che il 12 giugno 2022 mezzo mondo si sarebbe messo davanti alla tv per guardare una sua partita in una maledetta domenica che più benedetta, a prescindere da chi ha alzato le braccia e stretto i pugni, non si poteva. E’ finita 1-0: gol decisivo di Brunori. Il ricordo più brutto ce l’avrà uno che si chiama Ronaldo: espulso per una testata ad un avversario, sorpreso col Var. A tempo scaduto espulso anche Pelagatti. Per il Padova era troppo: dopo lo 0-1 dell’andata, il gol di Brunori e davanti a 35 mila spettatori.