Mercoledì 24 Aprile 2024

C’è solo l’Inter, corto muso per la finale

Basta un gol di Dimarco per stendere una Juve inesistente. Inzaghi re di Coppe, stasera (ore 21) il ritorno di Fiorentina-Cremonese

C’è solo l’Inter, corto muso per la finale

C’è solo l’Inter, corto muso per la finale

di Giulio Mola

Il Re di coppe è sempre lui, Simone Inzaghi. Vince di “corto muso”(1-0) la sfida col collega Max Allegri e regala all’Inter per il secondo anno di fila la finale di Coppa Italia dove incontrerà (24 maggio a Roma) una fra Fiorentina e Cremonese.

Dopo una lunga vigilia infarcita di polemiche e veleni innescati dal match di campionato a San Siro e dall’andata della semifinale all’Allianz (1-1), il quarto derby d’Italia della stagione ha premiato la maggior determinazione e la miglior condizione atletica dei nerazzurri, più incisivi e concreti rispetto ad una Juventus narcotizzata dalla tensione e poco ispirata nel primo tempo, probabilmente penalizzata dalle assenze (Cuadrado e Vlahovic su tutte).

Inzaghi sceglieva ancora Dzeko al fianco di Martinez lasciando inizialmente in panchina il “graziato” (da Gravina) Lukaku con Brozovic, mentre Allegri rilanciava dal primo minuto Chiesa in coppia con Di Maria. Subito aggressiva l’Inter con la Juventus che arretrava e lasciava isolatissimi i due attaccanti. Bonucci e Rabiot rischiavano il “giallo” nei primi minuti dopo ruvidi interventi su Barella er Bastoni ma la gara restava corretta con i nerazzurri che davano l’impressione di poterla sbloccare subito. E infatti, dopo un primo tentativo di Dzeko e Lautaro a vuoto su invitante cross di Barella, era proprio il centrocampista a fornire un delizioso assist per Dimarco: doppio tocco di biliardo, con l’esterno abile nel mettere la punta del sinistro e spiazzare Perin. Era di fatto la fotografia della partita, con la mediana in pieno possesso dei padroni di casa. Sin troppo scolastica e macchinosa la Juventus nell’infruttuosa ragnatela di passaggi. Chiesa e Di Maria non ricevevano palloni giocabili, l’unico acuto era del solito Kostic (33’), uno che quando vede il nerazzurro s’accende. Nel finale di tempo era ancora Martinez a minacciare la retroguardia ospite.

Dopo il giro di boa Allegri inseriva subito Milik per Kostic e la Juventus passava al 4-3-3, con ben altro piglio. Più ritmo e pressing dei bianconeri, Locatelli (molto impreciso nell’impostazione e ammonito poco dopo) impegnava Onana mentre i nerazzurri erano pericolosi in contropiede (annullato gol a Dzeko partito in fuorigioco): prima Martinez tirava senza troppa convinzione, poi arrivava in ritardo di un nulla su cross di Dumfries. Entravano Paredes per Locatelli e Danilo per Bonucci, mentre Inzaghi rispondeva (23’) con Lukaku e Brozovic. Più Inter che Juve nel finale: Mkhitarian esaltava i riflessi di Perin. Gli ultimi applausi per Onana, coraggioso in uscita su Chiesa dopo che Allegri si era giocato anche la carta Pogba. Passano i nerazzurri, altra rivincita per Inzaghi che ormai in coppa non sbaglia una gara. Il modo migliore per preparare il doppio derby di Champions col Milan. Per Allegri altra notte di meditazione. Male male la sua Juve.