Nel giorno dell’ufficializzazione del connubio Audi-Sauber a partire dal campionato 2026, arriva nel Circus la notizia che l’australiano Jack Doohan, figlio del campionissimo delle moto Mick, farà il debutto domani in F1 nel GP di Messico dove guiderà l’A522 Alpine nelle prime prove libere. Dopo i test, sarà quindi per Doohan – quest’anno tre vittorie in 26 gare di F2 – l’esordio ufficiale.
Sono tanti quelli che hanno seguito le orme paterne in ambito motoristico. Per rimanere sulle due ruote l’esempio più famoso è quello di Valentino Rossi. I suoi cromosomi sono gli stessi di papà Graziano, a sua volta pilota motociclistico nel Motomondiale a cavallo tra gli Anni ‘70 e ‘80. La pattuglia dei figli d’arte è assai nutrita in F1. L’eredità più pesante è toccata a Mick Schumacher, figlio del sette volte iridato Michael. Un titolo l’ha vinto nel 1997 con la Williams Jacques Villeneuve, figlio dell’indimenticato Gilles. Due che possono vantare entrambi un titolo mondiale sono Keke e Nico Rosberg. L’uno nel 1982 con la Williams, l’altro sulla Mercedes nel 2016. Nella competizione tra generazioni può succedere che il figlio ottenga risultati più brillanti di quelli paterni. È il caso di Jos e Max Verstappen, con il 25enne Max vincitore già di due titoli mondiali al volante della Red Bull, mentre papà Jos si è fermato a due terzi posti ottenuti su Benetton nel 1994. Dai rally alla F1 si dipana la storia di Carlos Sainz e del figlio Carlos Jr. Con la Toyota Celica GT il primo è stato campione del mondo nel 1990 e 1992. Carlos Jr ha invece preferito la velocità e l’asfalto e, dopo l’esordio in F1 del 2015 con la Toro Rosso, oggi siede nell’abitacolo della Ferrari.