Mercoledì 24 Aprile 2024

Addio Fausto, eterno ragazzo delle moto

Gresini muore a 60 anni di Covid, dopo una battaglia di 2 mesi: lascia la moglie, 4 figli e un mondo dello sport che l’ha amato

di Mattia Grandi

Il cuore di Fausto Gresini ha smesso di battere alle 10.02 della mattinata di ieri nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Maggiore Carlo Alberto Pizzardi di Bologna. Due mesi di degenza tra le mura del nosocomio felsineo, dopo il primo ricovero presso l’ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola, per le complicazioni derivate dalla riscontrata positività al Covid durante le festività natalizie. Un’emorragia cerebrale ha interrotto l’estenuante battaglia per la vita dell’ex pilota iridato minando un quadro clinico già gravemente segnato.

"Il nostro campione ci ha lasciati per sempre", ha scritto il figlio Lorenzo sui social aggiornando per l’ultima volta quella platea virtuale che si era stretta da tempo attorno al campione imolese ed alla sua famiglia. "Ha lottato fino alla fine, è nato per vincere e stava vincendo di nuovo, stava migliorando – continua lo scritto -. Ciao Bà! Lasci un vuoto incolmabile e vivrai per sempre dentro tutte le persone che ti vogliono bene". Eppure c’è un elemento di straordinaria umanità perfino dentro al dramma. La moglie Nadia ed i quattro figli del Team Principal della Gresini Racing hanno impartito al mondo una lezione di genuinità dispensando notizie laddove altri avrebbero eretto muri di silenzio. E’ giunta a stretto giro anche la nota ufficiale della Gresini Racing, la sua famiglia da paddock dal 1997 in poi: "La notizia che non avremmo mai voluto darvi e che siamo costretti a scrivere". Una mazzata che toglie il fiato anche a chi è abituato a trattenerlo dopo una vita trascorsa tra pieghe e cronometri.

"Sono devastato, Fausto ci mancherà molto – commenta commosso Loris Capirossi, compagno di squadra prima, assistito poi, amico sempre -. E’ stata una persona importante per tutta la mia carriera. Un modello da imitare fin da quando ero bambino". Nella mente di Capirex ci sono un’infinità di aneddoti perché in quel primo alloro iridato targato 1990 c’è un pezzo del cuore dello scudiero Gresini. "Non mi sembra vero – continua -. Aveva sempre un grande sorriso ed aiutava tutti, il mio pensiero va alla sua famiglia". L’emozione rompe il tono della voce di Marco Melandri, vice campione del mondo della MotoGP nel 2005 in sella alla Honda clienti della scuderia faentina. "Una situazione surreale – spiega l’ex pilota ravennate -, non riesco ancora a credere che tutto questo sia successo a Fausto. Una persona forte e carismatica che mi sembrava impossibile da fermare". E ancora: "Un uomo dalla valenza incredibile nel paddock – prosegue -. Appassionato, umile, onesto e sincero. Non mi ha mai abbandonato nei momenti difficili, come nel 2008 in Ducati. Mi portava a cena da solo nelle colline imolesi per tenermi su di morale". Ad Imola piange anche il dottor Claudio Costa, papà della Clinica Mobile, tante volte curatore delle ferite del fisico e dell’anima del Gresini pilota: "Sarà sicuramente lassù insieme a Simoncelli e Kato – chiosa -. Gli voleva bene come fratelli e loro l’hanno ricompensato con quel meraviglioso talento".