Venerdì 26 Aprile 2024

Notre-Dame: l'opera popolare acclamata da 20 anni, raccontata da Giò di Tonno e Lola Ponce

L'intervista ai cantanti protagonisti del grande classico in scena agli Arcimboldi di Milano fino al 5 aprire

Come fai a contraddire Giò Di Tonno quando scherza sul fatto che Sean Connery sta a James Bond come lui a Quasimodo, davanti a un calendario di “Nôtre-Dame de Paris“ costretto, per la grande richiesta, ad allungare la permanenza agli Arcimboldi di un’altra settimana? In scena fino al 5 aprile, questa edizione del ventennale vara, infatti, a Milano un tour (de force) di nove mesi in venti città. "Nel 2002 sentivamo che sarebbe andata bene, ma non così" ammettono Di Tonno e Lola Ponce di passaggio ieri nella redazione de Il Giorno per raccontare i come e i perché di questa rentrée. "È stata un’emozione che ha travolto pure noi. Nessuno se l’aspettava, neppure il produttore David Zard, che portò in scena lo spettacolo al Gran Teatro di Roma facendoci firmare un contratto di soli sei mesi con la speranza di poterlo prorogare di altri sei".

Lola aveva 19 anni, Giò 28. Cosa ricordate? Ponce: "Dissi ai miei parenti in Argentina: tranquilli, starò in Italia sei mesi. Ci sono rimasta sei anni. Ricordo che la prima volta all’Arena di Verona mi tremavano le gambe". Di Tonno: "Sapendo che Riccardo Cocciante voleva Quasimodo, ricordo feci il provino piegato sulla schiena come un gobbo. Alla fine, nel silenzio generale, Riccardo dall’oscurità mi disse: mi hai dato una grande emozione, ma sai cantare pure eretto?"

Avete mai detto «questa è l’ultima volta»? Di Tonno: "Io, ogni volta che finiamo un tour. Poi, però, torno sui miei passi, perché la chiamata di “Nôtre-Dame“ è come quella della Nazionale: non puoi dire di no". Ponce: "Io, no. Non l’ho mai detto, anche se vivo tra Italia, Messico e America con tutta la famiglia al seguito, perché ogni sera è una magia".

Quanto c’è della Parigi del 1482 nella realtà di oggi? Di Tonno: "Se parliamo di emigrazione e di accettazione del diverso, ce n’è tanta. In questo senso non credo si siano fatti grandi passi in avanti. Allora si metteva sul rogo una persona anche solo per un difetto fisico, oggi nei social non mi sembra di vedere meno ferocia verso chi non sa o non vuole omologarsi".

Come vi vedete domani? Di Tonno: "Ho scritto un’opera bellissima e sto cercando un produttore". Ponce: "Penso che a "Nôtre-Dame" manchi ancora un riscontro cinematografico e, nel caso, ci sono. Avrei in testa pure il nome del regista. D’altronde sono Esmeralda la zingara… e leggo il futuro".

Nel 2008 per voi è arrivata pure la vittoria a Sanremo con “Colpo di fulmine“ di Gianna Nannini. Ponce: "Giò era terrorizzato, ma gli ricordai che l’Ariston è un teatro come gli altri e noi siamo abituati ad esibirci nei teatri. Prese fiducia ed è andata com’è andata. Il brano avrebbe dovuto far parte di un’opera musicale su Pia De’ Tolomei che spero possa arrivare nei teatri prima o poi. Anzi, visto che me la sono già imparata a memoria, Gianna dove sei?".

Il leone con la palma chi ce l’ha? Di Tonno: "Io. Da 14 anni. Ma prima o poi glielo darò, per farlo tenere un po’ anche a lei".