Sabato 27 Aprile 2024

Terremoto, D'Angelis: "Ingegneri e satelliti, così metteremo in sicurezza il cratere"

Il segretario generale dell’Autorità di distretto idrografico dell’Italia centrale risponde ai sindaci in attesa del Piano di assetto idrogelogico per ricostruire: "Tra venti giorni spediremo sui territori sessanta tecnici. Finanziate 200 opere. Qui nessuno è in ostaggio". Il problema dei tempi

Terremoto, D'Angelis: "Ingegneri e satelliti, così metteremo in sicurezza il cratere"

Terremoto, D'Angelis: "Ingegneri e satelliti, così metteremo in sicurezza il cratere"

Roma, 2 marzo 2018 - Insiste: per la prima volta l’impianto è doppio: ricostruzione e cura del dissesto insieme. Ma dalle sue risposte è evidente che il problema vero sono i tempi. Spetta a Erasmo D’Angelis, l'uomo di Italiasicura - ex direttore dell'Unità, laurea in Psicologia e passione per l'ambiente, da settembre segretario generale dell’Autorità di distretto idrografico dell’Italia centrale - dare le coordinate ai Comuni terremotati per ricostruire in sicurezza. Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera nel Maceratese, ci ha detto: siamo fermi, non possiamo neanche dare gli incarichi ai professionisti. Aspettiamo il piano d’assetto idrogeologico. I Comuni terremotati sono in ostaggio delle carte. Dalle prime scosse è passato un anno e mezzo. "Qui nessuno è in ostaggio. Ci sono opere già inserite nel piano nazionale di Italiasicura. E c’è un lavoro in corso d’integrazione. Avremo un unico piano. Siamo in questa fase, alla verifica dei progetti. Le opere individuate sono 202 nelle 4 regioni del cratere, per fortuna già finanziate". I tempi? "Saranno definiti con l’insediamento del nuovo governo". Ma da tecnico cosa prevede? "Dall’esperienza sui tanti territori italiani, in genere parliamo di due-tre anni di cantieri aperti per le opere più importanti". Il primo quando? "Non c’è ancora un cronoprogramma. Ma i cantieri degli interventi già progettati possono partire molto prima dell’estate". E quando arriveranno i piani ai sindaci? "C’è una procedura d’urgenza, manderemo i nostri tecnici. Ci sarà bisogno di una legge nazionale per accelerare questa fase. L’aggiornamento del piano di assetto idrogeologico di norma richiede molto tempo". Quindi i vostri tecnici andranno a fare le indagini sul campo? "Tempo una ventina di giorni, quando avremo i finanziamenti. Come distretto apriremo quattro sedi, tra Pescara Ancona Foligno e Roma. Uffici che dovranno occuparsi solo di questo". Spesa prevista? "Diciamo qualche milione".  E quanto costano le 202 opere individuate? "Intorno ai 300 milioni, come dicevo già finanziati. Possibile che nell’aggiornamento ci sia la necessità di aggiungere altri interventi.  Alcuni erano già stati progettati dalle Regioni. Naturalmente le carte devono essere verificate, dopo il terremoto. E poi l'area è davvero vasta". Ottomila chilometri quadrati dove vivono più di 550mila abitanti in quattro regioni e 138 comuni. "In tempi normali per gli aggiornamenti del Pai servono sei-sette anni. Il lavoro è già partito. La Protezione civile ha fatto i primi rilievi. Li stiamo integrando". Ma quanti tecnici invierete? "Il nostro piano prevede sessanta persone. Oltre a quelle degli altri enti che sono già al lavoro. Si tratta di mandare sul campo geologi, ingegneri, esperti di tecnologie satellitari e radar che useremo per controllare gli spostamenti del terreno in tempo reale e modulare gli interventi. Sarà un lavoro integrato. La questione non è banale. Bisogna aggiornare le mappe di rischio, sia per le frane che per le piene e le alluvioni. Quando uno parla di terremoto pensa al crollo delle case ma non è solo questo. Stavolta la ricostruzione sismica e gli interventi sul dissesto idrogeologico procederanno insieme».