Venerdì 26 Aprile 2024

La nostra identità nel Saper Fare ci rende unici

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di Eva Desiderio

"Noi siamo nati e cresciuti al fianco delle imprese della moda e mai come oggi questo elemento va ribadito ed esaltato". Così Antonella Mansi, presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana che ieri a Palazzo Strozzi ha promosso la cena di gala per l’edizione 102 di Pitti Uomo che si apre oggi. Presidente del CMMI da luglio 2018 Antonella Mansi è al secondo mandato: industriale nel settore della chimica di base ha maturato la sua esperienza nel Gruppo SolMar, consigliere di amministrazione di Nuova Solmine SpA, oltre che presidente di Centro Moda è anche vicepresidente di Pitti Immagine e di Ente Moda Italia, oltre che presidente di Fondazione Discovery.

Presidente Mansi, qual è il significato di questa inaugurazione ufficiale in un luogo splendido, colto, storico come l’Altana di Palazzo Strozzi?

"Siamo voluti tornare nel cuore città, vicino ai fiorentini e ai tanti ospiti in arrivo dal mondo per Pitti Uomo. E per questo abbiamo voluto costruire un giardino in via Tornabuoni, la strada per eccellenza del lusso, e un labirinto in Piazza Strozzi. Questa edizione ha poi una valenza importante, segna la vera ripartenza del settore del fashion pur con tante difficoltà ancora come lockdown per la pandemia, la guerra in Ucraini, le sanzioni contro la Russia, la corsa dei prezzi del gas e delle materie prime. Ma sono certa che ce la faremo!".

Il verde in città è un messaggio positivo, di speranza?

"Sì, assolutamente. Vogliamo fare vivere Pitti Uomo alla città attraverso la natura e la sua bellezza, l’installazione fiorita parla della volontà di ripartire che c’è nel mondo, dunque anche a Firenze. E sarà visibile per tutta la settimana del salone da tutti quelli che passeranno in via Tornabuoni e Piazza Strozzi. Il suggerimento ci è venuto dall’Associazione via Tornabuoni e noi del Centro Moda abbiamo condiviso e finanziato il progetto".

La moda continua a portare bellezza?

"Certo, niente come la moda può rendere una strada come un giardino o una piazza storica come un labirinto immaginario. E il nostro messaggio ai fiorentini e ai buyer internazionali è questo: non siate estranei al salone per la moda maschile, condividetene l’idea innata di eleganza e di stile attraverso queste installazioni green".

Nel vostro messaggio del Centro di Firenze per la Moda Italiana si legge un’attenzione speciale al territorio. È cosi?

"Non ci sono dubbi. Il mondo della moda è legato al territorio e la Toscana e Firenze lo dimostrano da sempre. È un fatto identitario che va oltre l’estetica ed è legato al talenti che hanno attirato e continuano ad attirare l’attenzione e l’interesse dei grandi gruppi del lusso e dello stile che qui sono basati. La moda non è apparenza ma sostanza e i tanti imprenditori che ieri sera erano con noi all’inaugurazione ufficiale lo confermano".

Come giudica questa sua esperienza alla guida del Centro di Firenze per la Moda Italiana?

"Molto positiva e interessante. Stimolante. Ho la fortuna di avere accanto a me un consiglio straordinariamente coeso e disponibile al confronto, totalmente disinteressato, col quale ho sempre trovato un’intesa. Io finora ho fatto tante cose diverse e penso che la vocazione imprenditoriale sia trasversale a tutte le imprese. Nella mia esperienza la moda è fatta di persone che esplorano la realtà con coraggio. Anche nel mio lavoro al CFMI i margini per migliorare ci sono sempre ma l’incontro con le aziende premia. Mio padre dice sempre di noi imprenditori che “siamo a metà tra i coraggiosi e gli incoscienti”".

Di cosa ha bisogno la moda oggi?

"Ha bisogno di un mondo aperto, nell’accezione più ampia. La moda deve contaminarsi e per questo ha bisogno di tanta libertà e visione. E per le fiere come Pitti Uomo il mondo aperto è indispensabile. Questo è un momento di stimolo, di idee, di confronto, di comunicazione".