Mercoledì 24 Aprile 2024

ATALANTA DA DEA

Gasperini la garanzia per tornare in alto

di Fabrizio Carcano

L’Atalanta riparte dalla continuità. Dal blocco praticamente immutato dell’ultimo triennio gasperiniano. Un paradosso, pensando che solo negli ultimi sei mesi per la Dea è cambiato quasi tutto. A febbraio a sorpresa l’ingresso in società con una quota di maggioranza del finanziarie statunitense Joseph Pagliuca, con il suo fondo d’investimenti Capital Bain che mette 4 soci su 7 nel consiglio d’amministrazione nerazzurro, lasciando ai Percassi il ruolo di presidente al padre Antonio e al figlio Luca quello di ammistratore delegato.

Poi una primavera di altri cambiamenti, con l’arrivo come principale dirigente del gallese Lee Congerton, voluto da Pagliuca, e il divorzio dallo storico direttore sportivo Giovanni Sartori (poi sostituito da Tony D’Amico dal Verona), il mago delle plusvalenze, mentre la squadra precipita in classifica scivolando dalle prime quattro posizioni ad un deludente ottavo posto, mancando per la prima volta l’Europa dopo sei anni ininterrotti di Gasperini.

Pareva il preludio di una rivoluzione tecnica e invece l’Atalanta a sorpresa è esattamente quella di un anno fa e più o meno la stessa degli ultimi quattro anni.

Una sola cessione, quella dell’azzurro Matteo Pessina prestato al Monza con un obbligo di riscatto a 15 milioni in caso di salvezza dei brianzoli, e due soli acquisti veri, il 23enne duttile centrocampista brasiliano Ederson dos Santos, prelevato dalla Salernitana per 23 milioni, e l’attaccante inglese di passaporto nigeriano Ademola Lookman, colpo di Congerton, esterno offensivo del Lipsia ma nell’ultima stagione al Leicester, acquistato per 15 milioni.

Per il resto tutto come prima, con l’aggiunta dei tanti giovani ritornati dai prestiti.

In difesa a portare gioventù ecco i rientri del 21enne difensore centrale Okoli, reduce dalla promozione in A con la Cremonese, e quello del ventenne laterale bergamasco Ruggeri, protagonista nella salvezza della Salernitana, insieme al 23enne esterno Zortea, rimasto dopo l’infortunio che ha fermato Zappacosta per un paio di mesi.

Infine, da settembre, quando recupererà dall’infortunio alla spalla, ci sarà anche il 22enne portiere Carnesecchi, anche lui di ritorno dalla Cremonese, che rischia di fare il terzo nelle immutate gerarchie tra i pali dietro il titolare Musso e il vice Sportiello.

Cambiare tutto era un po’ il mantra a maggio, quando si parlava di ciclo esaurito, e invece non è cambiato niente o quasi.

Difesa con i veterani Toloi e Djimsiti, rimasti temporaneamente orfani di Palomino sospeso cautelarmente dall’antidoping per la positività al clostebol, e con il turco Demiral riscattato dalla Juventus per 22 milioni.

A completare il pacchetto arretrato, oltre ai giovani Okoli e Ruggeri, anche il 19enne gioiello Scalvini, che il ct Mancini ha già fatto esordire in azzurro.

Sulle corsie esterne, in attesa del rientro di Zappacosta, ci sono Hateboer da una parte e Maehle dall’altra, con Zortea come quarto.

In mezzo la tenaglia di pretoriani gasperiniani De Roon-Freuler, con Ederson alternativa sia in mediana che da trequartista dove sgomiterà con Koopmeiners, atteso all’esplosione definitiva, e con il duttile Pasalic.

Davanti sovrabbondanza offensiva con l’intoccabile Zapata e il gemello colombiano Muriel, poi il nuovo acquisto Lookman esterno in concorrenza con Boga, quindi il tiratore ucraino Malinovskyi e pure il fantasista russo Miranchuk.

Troppi. E infatti Gasp ha messo alla porta il vecchio Ilicic, fuori dal progetto di un’Atalanta che non ha cambiato quasi nulla, ma ha congedato lo sloveno…