Mercoledì 24 Aprile 2024

Il vero padre dei preparati e dei disegni del corpo

San Girolamo penitente

San Girolamo penitente

Il grande genio di Leonardo da Vinci è rimasto sconosciuto per secoli alla scienza medica. Ignorate le sue originali e moderne modalità di indagine. I preziosi disegni, conservati negli archivi senza essere divulgati tra i contemporanei, furono resi noti solo intorno alla metà del XVIII secolo. Le impressionanti scoperte mediche ed anatomiche rimasero a lungo improduttive. Nelle sue ricerche utilizzò tecniche avveniristiche di iniezioni all’interno dei vasi sanguigni e metodi di proiezione e raffigurazione in trasparenza delle parti corporee sovrapposte. La chiarezza dei preparati anatomici spinse in epoche successive gli scienziati a definire queste sezioni del corpo come “l’uomo di vetro”. Leonardo può essere considerato il padre del disegno anatomico. Per primo evidenziò con chiarezza le parti interne ed ancora sconosciute del corpo umano, spaziando dall’osservazione delle ossa, muscoli, arterie e vene, passando al cuore, fegato e gli altri organi interni, senza tralasciare il sistema nervoso e il funzionamento dell’occhio. Innovativi e sorprendenti i suoi preparati anatomici e i disegni sullo sviluppo del feto e degli organi riproduttivi. Leonardo, pur nei limiti delle conoscenze del tempo, non mancò di associare le sue osservazioni anatomiche con le funzioni del corpo umano, notevolissima fu la scoperta e la descrizione sull’origine delle arterie coronarie nel cuore. La sua attenzione di studioso fu rivolta anche allo studio delle valvole cardiache, che definì “porte, uscioli, pannicoli”. Sempre mediante l’innovativa tecnica delle sostanze solidificanti come la cera, riuscì per primo a descrivere i vortici del sangue nei seni aortici, ufficialmente scoperti qualche secolo dopo dall’anatomico di Bologna Antonio Maria Valsalva (1666-1723). Per studiare i movimenti del cuore, non mancò di fare ricorso all’esperienza dei “norcini” - provenienti da Norcia in Umbria - esperti nella macellazione dei maiali, ma anche chirurghi popolari, pratici in interventi come l’ernia o la cataratta. Si riferisce alla loro pratica esperienza quando afferma che i norcini “passano il core alli porci con uno strumento detto spillo, cò quale si trae il vino delle botti”. Leonardo ripetè le modalità di trasfissione dei norcini, introducendo degli aghi nella zona apicale, nella media e nella basale del cuore, notando l’ago infisso nella base muoversi al massimo, mentre quello in punta si muoveva con difficoltà, in rapporto ai movimenti cardiaci. Le sue originali tecniche anatomiche gli consentirono indagini accurate nell’ambito della neurologia, descrivendo i ventricoli cerebrali ed i nervi ottici e il globo oculare. Anche in questo utilizzò una tecnica particolare, iniettando della cera nei ventricoli cerebrali di un bue. Nonostante tutto, Leonardo da Vinci non riuscì, però, a superare ostacoli legati alla sua personalità ed alle modalità di scrittura e di prendere appunti. Amava circondarsi dal segreto, facendo passare inosservata una eccezionale originalità che precorreva i tempi. Essendo mancino, scriveva da destra a sinistra e disegnava pure “alla rovescia”, perciò molte delle sue tavole anatomiche, per essere lette, dovevano essere osservate allo specchio. I disegni anatomici erano corredati da scarne annotazioni, senza un discorso fluido. Pur avendone la volontà, non riuscì mai a pubblicare un’opera organica. Tutte valide ragioni che servirono, per secoli, ad isolarlo non solo dai posteri, ma soprattutto dai suoi contemporanei.