Mercoledì 24 Aprile 2024

La guerra del piercing, Hamilton batte la Fia

Per il regolamento sono vietati, ma l’inglese si è impuntato: e nel braccio di ferro con le autorità per ora ha avuto la meglio

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Lewis Hamilton fa notizia sempre e comunque. Anche fuori dalla pista. Anche lontano dalla Mercedes. Magari, come nel caso specifico, per i… suoi piercing.

La storia è curiosa e non è cominciata ieri in Bahrain. In breve: un anno fa la federazione internazionale ha deciso di vietare ai piloti, per ragioni di sicurezza, piercing, collane, braccialetti, collanine. Da subito il sette volte campione del mondo aveva protestato, ritenendo la misura una limitazione dei suoi diritti, se non addirittura una violazione della privacy.

La bizzarra questione si è trascinata fino a ieri mattina. Mancava poco all’avvio delle prove libere. In un comunicato ufficiale, la Fia informava che la Mercedes "non ha compilato per il proprio pilota Lewis Hamilton l’autocertificazione che assicura che non indossi nessun gioiello, sia esso un piercing, una collana o un orologio", secondo l’appendice L, capitolo III 5 delle normative vigenti.

In astratto, a Lewis poteva essere escluso dal Gran Premio. Prospettiva inquietante e vagamente ridicola, non soltanto per la enorme popolarità del personaggio. Per curriculum, carisma e impegno sul fronte delle battaglie civili, infatti, Hamilton sta alla Formula Uno come Muhammad Ali stava al pugilato.

ESENTATO. Come uscirne? Semplice, mettendo in mezzo un solerte medico al servizio delle Frecce d’Argento. Costui ha elegantemente prodotto un certificato attestante che il sette volte iridato non poteva, anche volendo, rimuovere dal suo corpo minuscoli brandelli metallici conficcati qua e là sull’epidermide. A questo punto, come era facilmente prevedibile, la Fia ha innestato… la retromarcia. Con un ulteriore dichiarazione ufficiale, stavolta definitiva.

Ecco qua: "Abbiamo deciso di non intraprendere nessuna azione sanzionatoria, in quanto ci sono preoccupazioni per sfregi dati dai frequenti tentativi di rimozione dell’oggetto in questione". Commento finale: di Lewis Hamilton ce n’è uno solo. E forse è meglio.

l. t.