Mercoledì 24 Aprile 2024

Al Max in tutto: chi fermerà il fenomeno?

Verstappen punta al tris iridato grazie allo straordinario talento e alla ferocia agonistica. Un fuoriclasse che non conosce mezze misure

di Leo Turrini

C’è chi dice sia tutto merito di Jos, padre burbero che gli negava il gelato se perdeva una corsetta sui kart. Chi pensa abbia invece imparato l’arte della velocità dalla mamma, che pure come il papà aveva disputato gare con le macchine. Chi infine maliziosamente attribuisce le sue imprese esclusivamente al genio di Adrian Newey, il progettista della Red Bull.

Intendiamoci, qualcosa di vero c’è, in ognuna di queste ipotesi. Ma, su tutto si staglia il talento straordinario del diretto interessato.

Max Verstappen, perché di lui che stiamo parlando, competeva già in Formula 1 quando ancora era minorenne, non aveva la patente per guidare una Panda,ma in compenso disputava i Gran Premi. Fu lanciato dalla Toro Rosso, la ex Minardi. Ma dopo poche esibizioni fu subito promosso al vertice dell’impero Bibitaro e vinse al primo colpo, in Spagna nel 2016.

Insomma, piantiamola con le mezze misure. Questo è un fenomeno. Soltanto l’olandese avrebbe potuto, nel 2021, porre fine alla dittatura di Hamilton. Al netto di tutte le polemiche sull’atto finale di una stagione irripetibile, fu fantastica la spregiudicata determinazione con la quale il giovanotto si oppose al leggendario fuoriclasse britannico.

Verstappen è Verstappen perché non conosce le mezze misure. Perché non ha peli sulla lingua. Perché istintivamente schiaccia sempre il piede sull’acceleratore e ha un controllo naturale della macchina. Possiede virtù che un testimone non partigiano non esita a dichiarare di aver intravisto, nel passato recente, soltanto in campioni come Senna, Schumacher e appunto Hamilton.

Di diverso, rispetto agli illustri predecessori, l’olandese ha l’appartenenza ad una generazione nuova, distinto e distante per modi, atteggiamenti, formazione culturale.Verstappen, cioè, è un prodotto del suo tempo. Non di rado trasforma la legittima aggressività in una sorta di arroganza che un poco nuoce alla immagine sua. Ma ci sta.

Banalizzando, potremmo concludere che in lui e per lui la sostanza è sempre da preferire alla forma. Non chiedetegli di essere educato in pista: non lo sarà mai, per scelta e per istinto.

Adesso siamo tutti qui a chiederci se qualcuno, tra i suoi rivali, avrà la possibilità di fermarlo, di batterlo nel 2023. E per rendere l’idea della sua unicità conviene precisare qui e ora che nessuno, nell’ambiente, sarebbe così sicuro della superiorità Red Bull se a guidare la macchina dei Bibitari non ci fosse lui, ma giusto il compagno Perez. Il quale Perez mica è uno fermo: ma viene sistematicamente surclassato da un partner troppo forte, troppo superiore, troppo di tutto.

Troppo Verstappen, appunto.