Mercoledì 24 Aprile 2024

In Toscana le perle del bere italiano

Bruno Vespa

Bruno Vespa

CHIUNQUE guardi una guida enologica, noterà che più della metà delle pagine sono dedicate alla Toscana e al Piemonte. Le altre 18 regioni negli ultimi decenni hanno fatto passi giganteschi, ma le due regine restano loro. È perciò naturale occuparci per la seconda volta della Toscana, con la quale aprimmo questa rubrica nel luglio dello scorso anno. Citammo molte aziende esemplari, ma ne restarono fuori così tante da meritare almeno altri due capitoli. Si prenda Biondi Santi, la Casa che, dalla fine dell’800, ha messo in piedi il Brunello mantenendosi sempre come stella polare di questo vino. Dalla fine del 2016 il controllo dell’azienda è passato alla francese Epi Group di Christopher Descours – proprietaria della Maison Piper-Hedsieck –, ma Jacopo Biondi Santi ne resta alla guida, mantenendo alto il nome della famiglia. Il vino principe ha tutto il vigore di una robusta giovinezza, ben oltre i 10 anni dall’imbottigliamento. Quando ci si accosta ai Baroni Ricasoli bisogna tenere a mente la data di nascita dell’azienda: 1141, oltre 900 anni fa. È una Casa che esporta qualche milione di bottiglie di Chianti nel mondo e, con il Brolio Bettino rende onore al grande antenato e all’intera enologia italiana.

DEL CASTELLARE di Castellina – azienda fondata nel ‘75 da Paolo Panerai – i Sodi di San Nicolò (85% Sangioveto e 15% Malvasia nera) prodotto in non molte bottiglie numerate, è un’assoluta eccellenza toscana. Da segnalare il Poggio ai Merli, ideale per chi non ama il Merlot eccessivamente morbido. I nostri recenti assaggi dei vini di Rocca delle Macìe ci hanno sorpreso ed entusiasmato. I risultati ripagano la coraggiosa intuizione del produttore cinematografico Italo Zingarelli che, all’inizio degli anni ‘70, si trasferì a Castellina in Chianti col proposito di fare grandi vini rossi. Il Sergio Zingarelli Gran Selezione 2013 è un Chianti assolutamente magnifico. Chiudiamo con una grande azienda al femminile, Le Macchiole di Bolgheri, condotta da Cinzia Merli. Le guide premiano il suo Bolgheri Paleo Rosso, ma noi la segnaliamo per un vino più modesto, il Bolgheri Rosso, di cui ricordiamo in un lontano assaggio il gusto equilibrato e tannico al punto giusto. È fatto al 50% di Merlot e per il resto da Cabernet e Syrah. Eccellente rapporto qualità-prezzo.