Venerdì 26 Aprile 2024

Vinitaly da record

La kermesse di Verona chiude oggi e conferma lo stato di salute dell'enologia italiana

Vinitaly da record

Vinitaly da record

VERONA, I CONTI si cominceranno a fare stasera, ma si può già dire che Vinitaly 2018 avrà numeri da primato. Il successo della kermesse che chiude oggi a Verona è il successo del vino italiano. E viceversa: il successo del vino italiano è il successo di Vinitaly. Non solo una fiera ma una piattaforma di promozione del nostro vino nel mondo, dagli Usa (dove non si contano le missioni di business), alla Cina (dove è già operativo un ufficio a Shangai), al Sud America, dove Vinitaly sbarcherà nel prossimo settembre con un nuovo salone (Wine South America) a Bento Gonçalves, nello stato di Rio Grande do Sul.

IL TEMA DEL FUTURO non è più il racconto dei primati ma la necessità di consolidarli (e possibilmente ampliarli). Del resto, due buone notizie avevano allietato la vigilia di Vinitaly. La prima: il contro sorpasso in Usa dell’Italia ai danni della Francia. Nel primo bimestre 2018 il vino del Belpaese è infatti cresciuto in valore del 3,8%, contro il +3,4% dei transalpini. Un testa a testa, dice Denis Pantini di Nomisma Wine Monitor, «che vede ora primeggiare il prodotto italiano con 243 milioni di euro, mentre la Francia segue con 227 milioni». La seconda: il vino tricolore che in Cina raggiunge una quota di mercato del 7% (30 milioni di euro di vendite) nel primo bimestre. Resta il fatto che, in Cina, «la strada delle nostre bottiglie – dice Silvana Ballotta di Business Strategies – è lunga e passa attraverso un’azione di conoscenza della cultura enologica italiana». La grande giostra del business vitivinicolo del Belpaese (valore 13 miliardi, di cui 6 di export) si regge sulle esportazioni. «Una bottiglia su 2 prodotte in Italia prende la via dell’export e, per quelle destinate al mercato nazionale, occorre rivedere continuamente le strategie alla luce dei nuovi stili di consumo», è l’analisi di Pantini. Insomma l’export è un obbligo per le imprese: nella classifica delle prime 19 cantine sopra i 100 milioni di fatturato elaborata da Anna di Martino la quota di export va dal 60-70 al 90-95%. Non possiamo accontentarci del successo planetario delle nostre bollicine.

IL FUTURO sarà sempre più green, premium ed ecosostenibile. I manager di 12 tra i principali gruppi vitivinicoli del Paese, secondo un sondaggio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, vedono così i trend del futuro: rosé negli Usa, bianchi fermi in Germania, i rossi in Cina, Russia e in Giappone. E gli sparkling, i vini del momento e del prossimo futuro, previsti in crescita nel Regno Unito, Giappone e Russia. L’altra grande chance è l’abbinamento wine&food, portare in giro per il mondo i nostri vini assieme alla nostra cucina. Ma per andare in mercati sempre più lontani servirà favorire le aggregazioni consortili.