Giovedì 25 Aprile 2024

Sardegna, isola felice tra calici e nuraghi

Bruno Vespa

Bruno Vespa

QUANDO parlo della Sardegna mi si stringe il cuore per l’emozione. In quell’isola tutto è profondo, niente è banale. Nemmeno tra le aziende del vino. In testa resta l’azienda fondata da Antonio Argiolas. La quarta generazione della famiglia deve essere assai grata alla terza e alla seconda che tengono ancora saldamente in pugno le redini dell’azienda dopo averla portata nel giro trent’anni ai vertici dell’enologia nazionale. La Sardegna, insieme con la Sicilia e l’Abruzzo, è la regione che ha compiuto i passi più poderosi verso l’eccellenza. Invertendo con un po’ di malizia la classifica tradizionale della casa, metteremo al primo posto un grandissimo vino da dessert, l’Angialis. Questa bottiglia qualifica da sola una cena raffinata per la sua versatilità nell’abbinamento con dolci anche difficili e per la piacevolezza nell’essere bevuta da sola. Il Turriga resta un monumento all’isola dei Nuraghi: uno dei migliori vini rossi italiani in assoluto da quando è nato: profondissimo, senza intimidire. Siddùra è l’esempio di come una giovane cantina possa raggiungere in meno di un decennio risultati di assoluta eccellenza e di sicura originalità valorizzando il terreno aspro e felice della Sardegna. Il Bèru 2014 è il miglior Vermentino di Gallura che io abbia mai assaggiato: solido, potente e al tempo stesso garbato. Uve raccolte a mano, maturazione di almeno un anno in barrique. Sarà molto interessante seguire il nuovo corso delle Cantine Sella & Mosca che con molto coraggio e indiscusso spirito imprenditoriale Vittorio Moretti, l’uomo che ha fatto grande l’azienda Bellavista di Franciacorta, ha rilevato dal gruppo Campari. Tenuta ampliatasi successivamente in direzione di Gallura e Sulcis. Oggi la tenuta – creata alla fine dell’800 dai gentiluomini piemontesi che le hanno dato il nome – supera i cinquecento ettari e i sette milioni di bottiglie sulle quali continua a svettare il Marchese di Villamarina, un Cabernet Sauvignon a tutto tondo di grande piacevolezza. Giacomo Tachis ha firmato la fortuna della Cantina Santadi (Cagliari) che vide in anni ormai lontani la sua produzione trasformarsi da lana in seta grazie al tocco del Re Mida delle vigne italiane. Il prodotto più famoso è un Carignano del Sulcis denominato Terre Brune. Assaggi progressivi lo hanno costantemente consacrato come vino magnifico, profondo, sincero e impenetrabile come il carattere dei sardi.