Mercoledì 24 Aprile 2024

Una bionda da record

Boom nel consumo di birra: ogni italiano ne beve 32 litri l'anno. Le piccole birrerie artigianali guidano la riscoperta del luppolo

Boccali di birra

Boccali di birra

MILANO, IL SETTORE DELLA BIRRA celebra il suo anno d’oro, sia dal punto di vista delle esportazioni che da quello del consumo interno, e lancia il suo messaggio al nuovo esecutivo in vista delle prossime sfide che lo attendono. «Ci auguriamo di poter instaurare un rapporto di collaborazione proficua con il nuovo governo per formulare una vera e propria policy che rappresenti tutte le realtà del comparto», afferma Alfredo Pratolongo, vice presidente di Assobirra, auspicando «poche e mirate proposte congiunte per sostenere e rafforzare la sua crescita, dalla riduzione graduale e concordata della pressione fiscale ad una semplificazione degli adempimenti per i piccoli birrifici, dalla valorizzazione del made in Italy al sostegno della filiera agricola».

LA SITUAZIONE di partenza, va detto, è più che positiva: nel suo report annuale 2017, l’associazione – che rappresenta più del 90% della produzione nazionale e del 71% della birra immessa nel Paese – rileva come la bevanda rientri sempre di più nelle abitudini di consumo degli italiani, ma anche come i prodotti tricolori facciano il pieno di consensi all’estero. Lo scorso anno, le esportazioni hanno raggiunto il massimo storico, a quota 2,7 milioni di ettolitri, in crescita del 7,9% rispetto al 2016. Anche la produzione, in aumento del 7,5% a 15,6 milioni di ettolitri, ha fatto segnare il valore più alto in assoluto. Così come – passando sul fronte interno – i livelli di consumo pro capite, che per la prima volta hanno toccato i 31,8 litri: quasi mezzo litro in più rispetto a un anno fa. A quest’ultimo dato si lega un aumento dell’1,6% dei consumi sul territorio nazionale, che superano i 19 milioni di ettolitri. A calare sono invece le importazioni, che scendono del 9,1% attestandosi a 6,4 milioni di litri.

RISULTATI «STORICI», secondo il presidente di Assobirra, Michele Cason, resi possibili da una moderna filiera agricola che punta sulla qualità delle materie prime abbinata a un tessuto imprenditoriale ben radicato sul territorio. «La diversificazione di prodotto delle birre artigianali ha recentemente portato una ventata di novità – osserva Cason – ma abbiamo ancora enormi potenzialità». Proprio il crescente interesse per le bevande artigianali, segnala intanto il report, ha intanto consentito al fenomeno dei microbirrifici di raggiungere dimensioni interessanti sul territorio italiano: le attività di questo tipo sono ormai 850 e danno lavoro a 3.000 addetti, con una produzione complessiva di 483mila ettolitri che li porta a detenere una quota di mercato pari al 3,2%.

LA REGIONE in cui sono presenti più strutture è la Lombardia, che guida questa speciale classifica con 134 organizzazioni. Più staccate, invece, Piemonte (80), Veneto (74) e Toscana (63), mentre al Centro-sud a primeggiare per numero di strutture è la Campania, che annovera 55 birrifici artigianali e brew pub. «La capacità dell’imprenditore di valorizzare i prodotti tipici locali rappresenta un elemento decisivo per lo sviluppo della filiera della birra artigianale», osserva rispetto a questo fenomeno Matteo Minelli, vice presidente di Assobirra, sottolineando che «nel nostro settore la qualità e l’eccellenza della birra e l’efficienza dell’impresa sono strettamente connesse al territorio in cui si vive e produce».