Giovedì 25 Aprile 2024

«Tradizione nel piatto e innovazione nel calice»

Andrea Gori, sommelier informatico

Andrea Gori

Andrea Gori

FIRENZE, PROPOSTA inusuale, quasi a canone inverso, per un pranzo di Natale dalla Toscana. Tradizione nel piatto, qualche bella novità invece nel calice, esplorando territori inconsueti ad accompagnare cibi che invece riportano ai fasti dei pranzi delle nonne. Il suggerimento è di Andrea Gori (nella foto), il ‘sommelier informatico’, degustatore e giornalista, video maker, commentatore, oltre che oste e patron con il fratello Paolo (lui comanda ai fornelli) della trattoria ‘Da Burde’, nella banlieue fiorentina. E via con le idee. A cominciare dai classicissimi crostini di fegatini accompagnati da un altrettanto tipico cibrèo di uova e frattaglie, piatto amatissimo da Caterina de’ Medici. «Ci beviamo – suggerisce Gori – uno spumante rosé da uva Sangiovese, il Boh! Della fattoria La Leccia, zona Montespertoli, fresco e pimpante dall’incantevole tocco floreale». E ci proseguiamo sul piatto in brodo, quadrotti o pater rigati. Si cambia vino per proseguire con il tagliolino all’uovo al tartufo bianco di San Miniato, «grande profumo – spiega il sommelier – cui potremmo abbinare i profumi della Vernaccia di San Gimignano Vigna ai Sassi della Tenuta La Calcinaia, floreale e speziata tra talco e pepe».

PASSIAMO ai secondi. Immancabile cappone lesso, si passa al rosso con un vitigno autoctono in grande rilancio, il canaiolo, in specie il Bel Rosso Igt Toscana da La Querce di Impruneta, colli fiorentini, «croccante, vispo e allegro, con un brio d’altri tempi». E poi un altro cult, l’arista al forno: ci serviremo un vino dalla Toscana «che non ti aspetti», da Castellina Marittima, il Kappa dell’omonima fattoria, blend di uve rosse internazionali, «lussureggiante e festosa espressione di potenza ed eleganza». Chiusura con dolci antichi, senesi, il panpepato e i ricciarelli: nel calice il moscadello di Montalcino frizzante di Caprili. Piaceva al Redi, e questa è storia.