Giovedì 25 Aprile 2024

Lavis e la valle di Cembra, un patrimonio collettivo

Lorenzo Frassoldati

Lorenzo Frassoldati

LA TRADIZIONE cooperativa in vitivinicoltura trova in Trentino una delle sue massime espressioni, dove si sposa da sempre con le tradizioni del mondo rurale. Cantina Lavis e Valle di Cembra è un patrimonio collettivo della regione. Due cantine produttive, 800 ettari di vigna per 800 soci. Il primo nucleo della cooperativa risale al 1850, ma l’attuale struttura decolla nel dopoguerra per opera di 14 viticoltori e si rafforza anno dopo anno, anche tramite acquisizioni/fusioni. Prima con la cooperativa di Salorno nel 1969, che il marchio Durer-Weg ancora oggi rappresenta, poi la fusione con Valle di Cembra Cantina di Montagna nel 2003. Del gruppo fa parte anche la casa spumantistica trentina Cesarini Sforza. I vigneti sono coltivati per l’80% a uve bianche (Chardonnay, Pinot Grigio e Müller Thurgau). Tra i rossi troviamo Schiava, Pinot Nero, Merlot, Teroldego e Lagrein. I vigneti stanno tra le colline di Lavis, Sorni e Meano, i terrazzamenti della Valle di Cembra per arrivare sino ad Isera in Vallagarina. Progetto zonazione («il vitigno giusto al posto giusto») e la ‘carta dei suoli’ valorizzano ogni singola porzione di vigneto. Nel tempo sono poi nati i progetti TrentoDoc, Bio e Qualità per esaltare specificità e biodiversità dei territori e dei vitigni. Tre le linee: Ritratto, Selezioni e Classici. Il Teroldego è un punto fermo fra gli autoctoni. Il 2016 si propone con profumi di sottobosco al naso, al gusto morbido, rotondo, intenso. Come il Lagrein e il Pinot nero della linea «Classici» in enoteca tra 8 e 10 euro. Teroldego 2016, Cantina Lavis Info: www.la-vis.it