Lunedì 29 Aprile 2024

Scuola, si aprono a Roma gli Stati generali per ripensare l’istruzione pubblica

Oltre 600 giovani e 20 sigle tra realtà politiche e sociali riuniti per tre giorni nella Capitale

Un momento della manifestazione degli studenti, Roma 18 febbraio 2022

Un momento della manifestazione degli studenti, Roma 18 febbraio 2022

Roma, 19 febbraio 2022 - Si sono aperti a Roma gli Stati generali della scuola. Più di 600 aderenti tra gli studenti di tutto il paese, oltre a 20 sigle tra realtà politiche e sociali, che per tre giorni discuteranno su come immaginare un altro modello di scuola.

Al circolo Snodo, al Pigneto, più di 400 studenti da tutta Italia (domani 20 febbraio li raggiungeranno altri 200) assieme a numerose realtà politiche e sociali - tra cui Actionaid, Fridays For Future e Libera - hanno dato il via ieri 18 febbraio agli Stati Generali della scuola pubblica, tre giorni di riflessione sull'istruzione pubblica e il suo ruolo all'interno della società.

Roma, protesta al liceo Righi per le offese sessiste della prof a una studentessa / FOTO

Un momento della manifestazione degli studenti, Roma 18 febbraio 2022
Un momento della manifestazione degli studenti, Roma 18 febbraio 2022

“Vogliamo cambiare radicalmente il ruolo che ad oggi svolge la scuola nel nostro paese - esordisce Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell'Unione Degli Studenti, organizzazione studentesca promotrice dell'evento - le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, in meno di un mese, hanno evidenziato il dovere morale di ripensare il rapporto scuola-lavoro e scuola-società. I luoghi della formazione devono trasformare il sistema, non riprodurne le stesse logiche aziendalistiche e volte unicamente al profitto”.

All'evento presenti anche gli studenti che hanno portato avanti le occupazioni e le mobilitazioni a Torino, Milano e Napoli. Ieri il corteo nella Capitale

“Non ci fermeremo finché non cambierà - continua Alessandro Finetto, del Laboratorio Studentesco - a Torino, anche a seguito dei gravissimi atti di repressione subiti durante le mobilitazioni, abbiamo occupato quaranta scuole, riunendoci in assemblea per ripensare una nuova idea di istruzione, che sappia educarci al pensiero critico e non alla riproduzione continua di nozioni. Non ci fermeremo finché non ci saranno date risposte”.