Manifestazione studenti, in migliaia al corteo nazionale di Roma. "Segnale importante"

Bruciato il simbolo di Confindustria. Gli studenti sono scesi in piazza per protestare contro l'alternanza scuola lavoro e chiedere un utilizzo del Pnrr sul fronte scuola. E ancora: esame di stato che tenga conto dei due anni di Dad, integrazione tra aziende e istruzione. Cartelli in memoria dei 16enni morti durante gli stage

Un momento del corteo degli studenti a Roma

Un momento del corteo degli studenti a Roma

Roma, 18 febbraio 2022 – Migliaia di studenti in corteo contro l’alternanza scuole lavoro, oggi la Capitale è diventata terreno di protesta per la sicurezza. I giovani chiedono un uso virtuoso dei fondi del Pnr sul fronte scolastico, ma anche un esame di stato che tenga conto di due anni di Dad e un processo di integrazione tra aziende e istruzione. La mobilitazione nazionale di oggi – che si sta svolgendo in contemporanea con le più importanti piazze italiane, come i due cortei di Napoli, il blocco del traffico di Milano e il presidio di Bologna – è stata convocata dal “Fronte della Gioventù Comunista” e dal “Movimento Studentesco la Lupa”, con un corteo partito da Piazza Vittorio. Non sono mancati scontritra stidenti e polizia in alcune città.

"Sono 200mila gli studenti in piazza" oggi, secondo gli organizzatori delle manifestazioni che si sono tenute in varie città, da Torino a Milano, da Roma a Napoli. "Sono un segnale straordinario. Le nuove generazioni hanno dato una scossa a tutto il Paese, rompendo il giocattolo del’`unità nazionale del governo Draghi", dice Lorenzo Lang, segretario nazionale del Fronte della Gioventù Comunista (FGC), tra i promotori delle proteste.

"Sfruttamento, studenti a lavorare gratis senza tutele"

"Questo movimento studentesco pone una questione politica chiarissima: il sistema dell’alternanza scuola lavoro è fatto di sfruttamento, assenza di diritti e sicurezza. Deve finire, bisognava aspettare i morti per capirlo? Non si può piegare la didattica alle esigenze delle imprese, non si può continuare col modello della scuola-azienda. C’è una generazione che ha capito che il suo futuro sarà di precarietà, sfruttamento e assenza di diritti, non è disposta ad accettarlo senza dare battaglia".

false "Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci sono vittime di un’Italia in cui muoiono tre lavoratori ogni giorno, e in cui si è deciso di mandare gli studenti a lavorare gratis nelle stesse condizioni. Strappiamo e diamo fuoco ai simboli di Confindustria perché sappiamo chi ha voluto una scuola modellata sugli interessi dei padroni", conclude Lang.

Il corteo di Roma: "Segnale importante"

Durante il corteo, gli studenti hanno bruciato simbolicamente i simboli di Confindustria, al grido "No alla scuola dei padroni". Tanti gli slogan e i cartelli in ricordo di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, i due 16enni morti durante l’alternanza scuola lavoro: il primo in un infortunio in azienda e l’altro in un incidente stradale durante l’attività lavorativa. Durante il corteo, gli studenti hanno anche realizzato azioni simboliche contro la guerra, denunciandone il carattere "imperialista" e contro Confindustria, individuandola come responsabile delle morti sul lavoro.

"Il segnale proveniente dalla piazza di Roma è molto importante”, è il commento del Fronte della Gioventù Comunista. “Dopo mesi di mobilitazione, tentativi di repressione e minacce – continuano gli attivisti – gli studenti sono ancora in piazza dimostrando che la loro lotta non si ferma. La protesta degli studenti non mette in discussione soltanto l’alternanza scuola-lavoro, ma un modello d’istruzione piegato sugli interessi delle imprese e sempre più aziendalistico e privatistico voluto dal Governo Draghi”.

In piazza oggi, come nelle scorse volte, non ci sono 'infiltrati' – continuano – ma studenti combattivi che lottano per migliorare la propria condizione, non dover rischiare di morire di scuola e per conquistare un sistema d’istruzione diverso. Ora è il momento di generalizzare le proteste, dare continuità alla mobilitazione allargando il fronte di lotta ad un numero sempre maggiore di studenti ed unire le rivendicazioni con quelle dei lavoratori. Uniti e organizzati siamo invincibili".