Domenica 16 Giugno 2024
BRUNO VESPA
Politica

Divisi si perde

Bruno Vespa

Bruno Vespa

Roma, 20 febbraio 2016 - C’ era una volta il governo dell’Ulivo. Era sostenuto da una coalizione di 18 partiti che firmarono presso un famoso studio notarile di Roma un documento di 281 pagine intitolato “Per il bene dell’Italia”. Gli estremi della coalizione erano Clemente Mastella e Fausto Bertinotti. Il governo Prodi durò due anni, abbattuto dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che arrestò la moglie di Mastella e l’intero Udeur. Ma il ricordo serve a dimostrare che quando bisogna vincere a sinistra si turano il naso e si coalizzano magari senza nemmeno salutarsi. Strategia ripetuta mille volte a livello locale. La destra non ha mai imparato la lezione, soprattutto alle elezioni amministrative. Quando lo ha fatto, spesso ha vinto. È accaduto al comune di Venezia, nella regione Liguria e altrove. Alle prossime comunali ha trovato l’accordo su due candidati competitivi come Parisi a Milano e Lettieri a Napoli. Ma a Roma sta dilaniandosi. E Roma non è soltanto il più importante dei comuni.

NON è soltanto la principale vetrina italiana sul mondo sporcata da anni di malgoverno e di malaffare. È anche la città in cui se si presenta davvero unita con un buon candidato può vincere. Perché la sinistra si lecca le ferite più profonde di Roma Capitale e i Cinque Stelle fanno di tutto, ma proprio di tutto, per non vincere. Bastava presentare Di Battista per prendersi il Campidoglio. Ma Grillo e Casaleggio sanno benissimo che tutti i barbari che hanno conquistato l’Urbe hanno fatto una brutta fine. A Roma non ha mai smesso di correre da tre anni Alfio Marchini, famiglia ipercomunista, animo moderato. Non è Churchill, ma è un candidato dignitoso. Anche Guido Bertolaso lo è. Anzi, in una città disastrata come Roma forse un grosso organizzatore come lui farebbe anche meglio di Marchini. Ma poiché Marchini si presenta, il campo si divide e qualunque candidato perde. Marchini era la pedina iniziale di Berlusconi, ma è stato sempre avversato da Giorgia Meloni. Il punto è questo. Alla destra romana – quella dura e pura – non interessa vincere le elezioni, ma un buon risultato della propria lista da spendere poi in campo nazionale. Una affermazione personale pagata con una sconfitta della coalizione. Tutto questo accade mentre al centro Angelino Alfano sta cercando di mettere insieme tutti i cespuglietti moderati non berlusconiani: Ncd, Udc,Scelta Civica, amici di Tosi, di Fitto, forse perfino di Verdini. L’obiettivo è creare una massa critica sufficiente ad avere un po’ di voce alle prossime elezioni politiche, che sembrano avvicinarsi sempre di più. Per guardare a sinistra. Ma anche a destra…