Giovedì 2 Maggio 2024

Lega, Rixi condannato per le 'spese pazze' in Liguria. E lui si dimette

Al viceministro inflitta una pena di 3 anni e 5 mesi nonché l'interdizione perpetua dai pubblici uffici

Il viceministro Edoardo Rixi (Ansa)

Il viceministro Edoardo Rixi (Ansa)

Genova, 30 maggio 2019 - Il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi è stato condannato a 3 anni e 5 mesi dal Tribunale di Genova per le cosiddette 'spese pazze' in Regione Liguria negli anni dal 2010 al 2012. Rixi, all'epoca dei fatti capogruppo regionale della Lega, era accusato di peculato e falso. Il pm Francesco Pinto aveva chiesto per lui una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione. Per Rixi decisa anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e disposta la confisca 56.807,35 euro.

Secondo la procura, Rixi avrebbe tra l'altro approvato i rendiconti delle spese senza verificare se fossero attinenti al ruolo di consigliere. Spacciandole per spese istituzionali, dunque, gli imputati (tra ex consiglieri regionali e ancora in carica) si sarebbero fatti rimborsare cene, gite al luna park, gratta e vinci, fiori, birre, ostriche e anche viaggi, sostenuti da collaboratori ma le cui pezze giustificative erano a nome dei consiglieri per complessivi 30mila euro.

La difesa di Rixi aveva chiesto l'assoluzione o, in alternativa, la condanna per indebita percezione di erogazioni pubbliche, reato prescritto. Ora il suo avvocato, Maurizio Barabino, annuncia il ricorso in appello.

DIMISSIONI DAL GOVERNO - "Sono tranquillo. Ho sempre agito per il bene degli italiani. Conto sull'assoluzione perché non ho mai commesso alcun reato, ma per l'amore che provo per l'Italia e per non creare problemi al governo ho già consegnato nelle mani di Matteo Salvini le mie dimissioni", ha fatto subito sapere attraverso una nota il viceministro. Dimissioni subito accettate dal vicepremier e leader della Lega, quindi ratificate nel Consiglio dei ministri in serata. "Ringrazio Edoardo Rixi per l'incredibile lavoro svolto fino ad ora. Da tempo ho nelle mani le sue dimissioni, che accetto unicamente per tutelare lui e l'attività del governo da attacchi e polemiche senza senso", ha dichiarato Salvini.

La vicenda processuale rischiava di aprire un nuovo scontro nell'esecutivo. Nei giorni scorsi la Lega aveva blindato il viceministro ("Resta anche se condannato") al contrario del M5s, tornato subito alla carica dopo la lettura della sentenza. "Rixi da condannato non può rimanere al Governo", ha immediatamente scritto su Twitter il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra. Parole ribadite anche da altri esponenti del Movimento, come i sottosegretari Manlio Di Stefano e Stefano Buffagni.

CONTE - Intanto ringraziamenti al viceministro giungono anche dal premier Giuseppe Conte. "Il sottosegretario Edoardo Rixi mi ha comunicato la sua determinazione a rassegnare le proprie dimissioni dall'incarico di governo, a seguito del pronunciamento nei suoi confronti da parte del Tribunale di Genova - scrive il presidente del Consiglio -. Desidero ringraziarlo per la sensibilità istituzionale manifestata e per il proficuo contributo fin qui fornito alle attività di governo. Desidero inoltre esprimere a lui e alla sua famiglia la mia personale vicinanza, con l'auspicio che le sue ragioni possano prevalere nei successivi gradi di giudizio".

SALVINI - Salvini però non risparmia critiche. "Io rispetto le sentenze e conto su una assoluzione a fine processo, ma trovo incredibile che ci siano spacciatori a piede libero, e sindaci, amministratori e parlamentari accusati o condannati senza uno straccio di prova", dichiara il capo del Viminale.

LE ALTRE CONDANNE - Oltre a Rixi sono stati condannati altri 18 tra attuali e ex consiglieri regionali liguri (di tutti gli schieramenti politici): per quasi tutti le condanne sono state superiori a quelle chieste dal pm. In tutto sono stati inflitti 51 anni di reclusione, otto misure di interdizione perpetua dai pubblici uffici e in 11 casi l'interdizione dai pubblici uffici è uguale alla durata della pena. Disposte confische per tutti i condannati. Tre sono stati invece assolti così come aveva chiesto la stessa accusa.