Lunedì 20 Maggio 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Casa di Montecarlo. Fini condannato a due anni e otto mesi: "Ignoravo l’acquirente"

I giudici: è riciclaggio. L’accusa aveva chiesto 8 anni, la difesa pronta al ricorso. Cinque anni a Elisabetta Tulliani e al padre, sei al fratello Giancarlo. L’ex presidente della Camera: "Non sono deluso ma non autorizzai la vendita".

Casa di Montecarlo. Fini condannato a due anni e otto mesi: "Ignoravo l’acquirente"

Casa di Montecarlo. Fini condannato a due anni e otto mesi: "Ignoravo l’acquirente"

Una compravendita di immobili dietro cui si sarebbe nascosto, secondo i giudici di Roma, un’opaca attività di riciclaggio nei denaro. Sulla base di questa convinzione, e dopo sette anni dalla richiesta di rinvio a giudizio, è arrivata la sentenza di primo grado per la vicenda legata all’acquisto di un appartamento a Montecarlo, al numero 14 di Boulevard Princesse Charlotte. I giudici della quarta sezione collegiale, dopo circa due ore di camera di consiglio, hanno condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione l’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, a 5 anni la sua compagna Elisabetta Tulliani, il padre Sergio Tulliani a 5 anni e il fratello di Elisabetta, Giancarlo, a 6 anni. All’udienza del 18 marzo scorso i pm avevano chiesto una condanna a 8 anni per l’ex leader di An, 9 anni per Elisabetta Tulliani, 10 anni per il fratello Giancarlo e 5 anni per il padre Sergio.

"Non sono deluso – ha commentato a caldo Fini –: l’unico punto su cui il collegio ha ritenuto di non assolvermi completamente è quell’autorizzazione alla vendita dell’appartamento che è del tutto evidente non è stata da me autorizzata; me ne vado più sereno di quello che si può pensare dopo 7 anni di processi. Ricordo a me stesso che, per analoga vicenda, una denuncia a mio carico fu archiviata dalla Procura di Roma. Certo 7 anni per arrivare a una conclusione come questa... Responsabile di cosa? Di aver autorizzato la vendita. Non mi è ben chiaro in cosa consista il reato". Fini, dopo la sentenza, ha ulteriormente chiarito: "Non ho autorizzato la vendita dell’abitazione di Montecarlo a una società riconducibile a Giancarlo Tulliani. Quando ho dato l’ok non sapevo chi fosse l’acquirente".

La storia della famosa casa di Montecarlo risale al 2008, quando Alleanza nazionale vendette alla Printemps Ltd quel loft di cinquanta metri quadri circa lasciato in eredità dalla contessa Anna Maria Colleoni. Dietro la sigla vi era una delle società offshore di Francesco Corallo, l’imprenditore delle slot debitore allo Stato di circa 85 milioni di euro di tasse. L’acquisto, secondo la Procura di Roma, servì a ripulire in piccola parte quel capitale e furono la famiglia Tulliani e lo stesso Fini ad agevolare l’operazione. Ora, se Corallo è uscito prescritto dalla vicenda (il 1 marzo scorso), per l’ex leader di Alleanza nazionale erano stati sollecitati dalla Procura 8 anni di carcere.

Ricostruiti dai magistrati Giuseppe Prestipino e Barbara Sargenti i molti giri compiuti dal capitale di Corallo, servito a finanziare l’acquisto dell’appartamento e quindi tornato (con una discreta plusvalenza) nelle casse del re delle slot attraverso società fittizie "in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa". La difesa di Fini (composta dagli avvocati Michele Sarno e Francesco Caroleo Grimaldi), che presenterà appello, ha cercato di dimostrare l’estraneità dell’ex leader di An riguardo alla provenienza del denaro. Tesi confermata dalla compagna Elisabetta Tulliani: "Ho nascosto a Gianfranco, padre delle mie figlie, la volontà di mio fratello Giancarlo di comprare la casa di Montecarlo, la successiva vendita e il fatto di aver accettato la comproprietà propostami da mio fratello come restituzione di un prestito che gli avevo fatto anni prima, ero certa che il denaro per l’acquisto fosse di mio fratello".