Mercoledì 24 Aprile 2024

Riforma Coni, Malagò contro il governo: "E' occupazione della politica"

Il presidente all'attacco: "Non abbandono la barca a cinque mesi dalle Olimpiadi". I sottosegretari: salvaguardata l'autonomia dello sport, molti con noi

Giovanni Malagò (ImagoEconomica)

Giovanni Malagò (ImagoEconomica)

Roma, 15 novembre 2018 - Scintille sulla trattativa per la riorganizzazione delle funzioni e dei meccanismi di finanziamento del Coni, tra il presidente Giovanni Malagò da un lato, e i sottosegretari Giancarlo Giorgetti (Lega) e Simone Valente (M5S) per la parte governativa. “Questa non è una riforma dello sport italiano questa, detto in modo elegante, è una occupazione da parte della politica”, tuona Malagò nel suo intervento al Consiglio nazionale dell’ente. “Come si può pensare di creare una società di servizi e chiamarla Sport e Salute? Se clicchi su internet è un proliferare di massaggi e centri benessere. Io dovrei rinunciare allo scudetto tricolore, ai cinque cerchi, ma vi rendete conto? Dovrei rinunciare al marchio forse più prestigioso al mondo dopo la Ferrari”. 

Lo sfogo arriva al culmine di una negoziazione ancora aperta, suscettibile in teoria di colpi di scena, ma già in parte segnata, durante la quale il manager ha puntato i piedi precisando perché respinge l’idea di dare le dimissioni. “Se questa riforma fosse iniziata a fine 2019 mi sarei dimesso – ha chiarito Malagò – ma io non abbandono la barca a cinque mesi dalle Olimpiadi. Sono stato eletto per essere presidente di un altro Coni: questo (quello che scaturisce dalla nuova legge, ndr) non lo accetto“ ha concluso il numero uno del Comitato Olimpico nel suo discorso ai delegati, durato quasi un’ora. 

La replica non si è fatta attendere: “Sorprende l’atteggiamento del presidente Malagò, hanno rimarcato i sottosegretari –  egli sa bene che l’autonomia dello sport non viene messa in discussione”. “Molti sono con noi, ci incoraggiano ad andare avanti, e così faremo con serenità”, aggiungono Giorgetti e Valente, ribadendo che la riforma rispetta il contratto di governo. Malagò non ci sta, ha agitato lo spettro del fascismo nella tempistica delle decisioni, per lui il contratto di governo dice il contrario, rivendica condivisione sulle scelte per l’individuazione delle persone da mettere ai vertici della società

"Con le sue polemiche, il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, sta dimostrando un arroccamento su posizioni in contrasto con una visione dello sport che va a favore di tutti i cittadini", affermano in una nota congiunta i componenti del Movimento 5 Stelle della commissione Cultura alla Camera.

Ma quale sarebbe il motivo del contendere? Dietro lo scontro tra Malagò e Giorgetti c’è il tema del riparto della torta dei finanziamenti, che prevede la creazione di una nuova società (Sport e Salute srl, di nomina governativa) che dovrebbe prendere il posto di Coni Servizi, progetto contenuto nella manovra. Sarebbe il nuovo organismo a distribuire i fondi alle Federazioni, che dovrebbero versare l’Iva al 22% alla nuova società. Altro punto da chiarire è il ruolo del Cip, comitato paralimpico, ente pubblico come il Coni.

Dunque il governo punta a riformare un organismo in modo da gestire più direttamente i fondi e determinare le politiche. Il fatto che fino a oggi sia stato il Coni a distribuire i soldi alle Federazioni è considerato da Palazzo Chigi un conflitto di interessi da sanare, poiché al momento sono le Federazioni a votare il presidente del Coni.

La riforma del Comitato Olimpico, nelle intenzioni dei promotori, “sarà inserita nella legge di bilancio” entro fine anno e il “pacchetto sportivo” comprenderà anche il capitolo grandi eventi e il bonus Sport. Rispetto all' assegno introdotto dal precedente esecutivo, il bonus si apre alle realtà minori, comprendendo anche il finanziamento per opere di ordinaria amministrazione, accessibile anche alle palestre, quando ad esempio si tratta di rifare gli spogliatoi o ridipingere le pareti.