Giovedì 25 Aprile 2024

Primarie Pd, gara a tre. Martina e Giachetti inseguono Zingaretti

Conclusa la fase di consultazione dei circoli, è gara a tre per la segreteria Dem. Ai gazebo da favorito il governatore del Lazio

Nicola Zingaretti e Maurizio Martina (ImagoEconomica)

Nicola Zingaretti e Maurizio Martina (ImagoEconomica)

Roma, 3 febbraio 2019 - Nella corsa alla segreteria del Pd è gara a tre, con Maurizio Martina e Roberto Giachetti costretti a inseguire Nicola Zingaretti, quest'ultimo ha raccolto il 47,38% dei consensi espressi (88.918 voti) e sarà l'avversario da battere, ponendosi come catalizzatore sul quale riporre la speranza di una riscossa dem dopo le ultime batoste elettorali. Martina si avvicina con il 36,10% ma resta dietro (67.749 voti) mentre Giachetti è fermo all'11,13% (20.887).

Si chiude così la prima fase del Congresso Pd, quella riservata alla consultazione nei Circoli. I risultati sono stati formalizzati dalla Convenzione che ha dato il via ufficiale alla corsa a tre alle primarie del prossimo 3 marzo (erano in 6 ai nastri di partenza). Una Convenzione che ha cercato di voltare pagina, a partire dai dettagli. Come la modifica alla scenografia del palco che ha consentito di inserire le bandiere dell'Europa tra quelle del Pd e l'inno europeo in apertura, prima dell'inno di Mameli. Assenti Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e Luca Lotti. Assente pure l'ex premier Paolo Gentiloni, impegnato negli Stati Uniti per un ciclo di incontri e conferenze.

Presenti all'investitura Dario Franceschini e Lorenzo Guerini, mentre a lavori avviati si è affacciato Carlo Calenda. Ma la prima fila era tutta per i candidati alla segreteria selezionati in questa speciale consultazione. "Dobbiamo voltare pagina, che significa non pretendere abiure, nessuno le cerca, ma ammettere insieme ai successi i nostri limiti, che ci sono stati", ha spiegato Zingaretti nel suo intervento. Sul governatore del Lazio, primo nella fase dei Circoli, grava la responsabilità di presentarsi ai gazebo da favorito.

Nel suo discorso Zingaretti si è sforzato di parlare a tutto il partito, dribblando le polemiche interne: "Basta con un partito fondato sugli antirenziani, gli antifranceschiniani, gli antiboschiani. L'Italia si aspetta che tornino i democratici, a chi ha bisogno non interessa nulla delle nostre piccolezze, allora muoviamoci, se mi candido mi candido solo per voltare pagina e superare questa fase". Il governatore del Lazio ha anche respinto due delle accuse che gli sono state mosse dalle altre mozioni: il ritorno della Ditta e il presunto feeling con il Movimento 5 Stelle: "Io i 5 Stelle li ho sconfitti due volte, imparassero a sconfiggerli pure loro quelli che mi accusano. Piantiamola con le caricature, io non le faccio sugli altri. Perchè altrimenti è come la fine di War Games: fine del gioco". E poi: "Non serve un generico spostamento del Pd più a sinistra, una geometria delle alleanze, serve una collocazione dei democratici italiani che guardi al futuro".

VIDEO Zingaretti: "Basta con gli uni contro gli altri, occorre sintesi"

Uno dei candidati esclusi dalla seconda fase, Dario Corallo, ha annunciato l'intenzione di mantenere la sua linea senza parentele ("continueremo a lottare dentro e fuori il partito"), mentre Maria Saladino ha confermato il suo endorsement per Martina. L'ex segretario ha puntato molto sull'unità: "La nostra mozione vuole unire e se tocca a me farò una segreteria unitaria", ha spiegato Maurizio Martina. "I miei avversari sono Di Maio, Salvini e il governo", ha puntualizzato lanciando la proposta di una mozione di sfiducia al ministro dell'Interno. Zingaretti ha convinto invece Francesco Boccia, che dal palco della Convenzione ha annunciato il suo appoggio.  

A spingere per la competizione, invece, è Roberto Giachetti, che si propone come avversario diretto di Zingaretti: "Una mozione che dentro ha tutto e il contrario di tutto, in cui c'è Minniti, e pure ingloba chi considera Minniti uno schiavista, è un problema che non riguarda me", ha spiegato l'antagonista, alludendo alla mozione del governatore del Lazio. "Dico a Gentiloni, Franceschini, Minniti, Madia e tutti gli altri: noi vogliamo andare avanti nella strada che voi avete tracciato, quella che la mozione che appoggiate vuole cancellare", ha aggiunto.