Venerdì 26 Aprile 2024

Pensioni, via dal lavoro in anticipo. Un fondo per gli esuberi

Decreto 5 Stelle-Lega entro l’estate per cambiare la Fornero L’obiettivo: requisiti più soft, somma 100 fra età e contributi oppure anzianità di 41 anni. E c’è anche l’opzione donna Il costo stimato è di 5 miliardi contro i 15 calcolati dall’Inps Di Maio a tutto campo a Catania: "Supereremo il Jobs Act"

Di Maio (Lapresse)

Di Maio (Lapresse)

Roma, 4 giugno 2018 - Il cantiere pensioni riapre i battenti. E sulla rampa di lancio è già pronto un corposo menù di misure e interventi che i tecnici di Lega e 5 Stelle hanno definito fin quasi nei dettagli, con soluzioni tese, più che a superare la riforma Fornero, a renderla meno drastica nei requisiti di accesso alla pensione. Le vie indicate (quota 100 e quota 41) per lasciare il lavoro in anticipo contemplano condizioni e paletti che rendono meno pesante l’impatto dell’operazione sui conti pubblici. E, tra le novità in arrivo, ci dovrebbe essere anche la revisione degli strumenti per gestire le crisi e le ristrutturazioni aziendali per i lavoratori più anziani: il modello di riferimento sarebbe quello dei fondi di solidarietà, come nel credito, ma con un limite minimo di età a 63-64 anni. Con la contropartita, però, della cancellazione dell’Ape social. 

Di Maio a tutto campo a Catania: "Supereremo il Jobs Act"

Come non bastasse, sia pure a livello meno compiuto rispetto al pacchetto accennato, compare sul tavolo anche un’altra ipotesi: la detassazione delle pensioni per coloro che decidono di trasferirsi nei piccoli Comuni del Mezzogiorno a più alto tasso di spopolamento. "Ci sono tanti pensionati italiani che vanno in Spagna o Portogallo perché il regime fiscale là è particolarmente conveniente – dicea Matteo Salvini –. Non capisco perché l’Italia non possa fare altrettanto con i pensionati italiani o stranieri". 

Il neoministro del Lavoro e dello Sviluppo insiste sul reddito di cittadinanza e sulla pensione di cittadinanza, ma prima di arrivare a queste misure servirà tempo e la loro previsione potrà avvenire semmai con la legge di Bilancio in autunno. Sull’alleggerimento della legge Fornero, invece, soprattutto la Lega (ma anche i 5 Stelle) spinge per fare presto e dare un segnale fin dalle settimane a venire. Da qui il pressing per inserire in un decreto legge ad hoc, da varare tra fine giugno e inizi luglio, un primo pacchetto di interventi specifici. La lista delle misure ritenute più fattibili nell’immediato contempla innanzitutto il rilancio dell’opzione donna: non costa eccessivamente e potrebbe trovare il favore delle lavoratrici che hanno cominciato in giovane età. Il cuore dell’operazione, però, dovrebbe consistere nell’introduzione di quota 100 e di quota 41: con il primo strumento si otterrebbe di fatto un anticipo di circa 3 anni rispetto ai 66 anni e 7 mesi di oggi per la pensione di vecchiaia, con il secondo l’anticipo sarebbe di uno-due anni. 

A rendere meno salato il conto di 15 miliardi calcolato dall’Inps per coprire i due interventi, però, sarebbero i paletti dell’età (almeno 64 anni nel primo caso almeno 62 nel secondo) e la limitazione a 2 degli anni di contributi figurativi utilizzabili. Da qui la previsione di un onere di soli 5 miliardi di euro.    Una delle novità più rilevanti, finora tenuta riservata, potrebbe riguardare l’estensione del modello del fondo esuberi per le banche a tutte le categorie: si punterebbe per questa via a rendere meglio gestibili le eccedenze di personale delle imprese. Sull’altro piatto della bilancia, l’abolizione dell’Ape social e il taglio delle pensioni d’oro. "Eliminare l’Ape sociale – avvisa, però, l’ex ministro Cesare Damiano – sarebbe molto dannoso per una vasta platea di lavoratori. Si tratterebbe, al contrario, di renderla strutturale".