Giovedì 25 Aprile 2024

Migranti, linea dura. Il piano del Viminale: "Pronti a confiscare le navi delle Ong"

Oggi l’intervento in aula di Piantedosi: "L’Italia non sia lasciata sola". Al G20 sfuma il faccia a faccia tra Meloni e Macron dopo le tensioni

Sui migranti il governo non arretra. La stretta promessa dalla premier Giorgia Meloni in campagna elettorale (e non solo) arriverà. E punta a depotenziare con l’effetto deterrente della confisca la flotta umanitaria operativa nel Canale di Sicilia, che nel 2022 ha portato in Italia 10.980 migranti, il 12% dei 93mila complessivamente sbarcati finora. La misura va declinata però in modo ponderato, efficace e non suscettibile di rilievi da parte di Corte costituzionale, Quirinale e Commissione europea. Obiettivo non facile.

Migranti, Piantedosi in Senato: Ong, Ocean Viking, Francia, Ue. I punti chiave

Il Governo si prenderà così ancora del tempo per valutare lo strumento ed il testo da approvare. Il punto è stato fatto ieri al Viminale, in una riunione che ha visto il ministro Matteo Piantedosi confrontarsi con i capigruppo della maggioranza alla vigilia dell’informativa alle Camere sul fenomeno migratorio e sul recente braccio di ferro con 4 navi ong. L’esecutivo intende fare tesoro del precedente del decreto anti-rave, provvedimento varato in tutta fretta che ha però lasciato dissapori nella maggioranza ed un testo da rivedere in Parlamento. Questa volta, per il giro di vite sulle navi Ong è stato deciso così un supplemento di riflessione coinvolgendo tutte le forze della maggioranza in via preventiva per mettere sul tavolo proposte, dubbi e strategie possibili.

Ecco quindi l’incontro – durato circa un’ora – anche per ‘compattare’ FdI, Lega, Forza Italia e Noi moderati prima dell’informativa al Parlamento del titolare del Viminale. Sono stati gli stessi capigruppo a chiederla per avere una ricostruzione degli eventi degli ultimi giorni, che hanno determinato anche un duro scontro con la Francia, ma "non cercato da noi", ha puntualizzato il titolare del Viminale. Fattostà che al G20 di Balì non c’è stato nessun faccia a faccia tra il premier Meloni e il capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron. "Non è stato previsto nell’ambito del vertice", puntualizza l’ambasciata transalpina in Italia prima di rammentare che l’amicizia fra Roma e Parigi resta "un dato fondamentale".

Dopo la riunione dei capigruppo della maggioranza, Piantedosi ha preparato l’intervento in programma oggi, che traccerà una fotografia del fenomeno con i dati degli sbarchi e quelli del sistema di accoglienza (104mila ospiti) messo sotto pressione dall’aumento degli arrivi. Il ministro – che oggi stesso partirà per Wiesbaden in Germania, dove è atteso ad una riunione del G7 dell’Interno – ribadirà che serve una prospettiva europea per governare l’immigrazione, fenomeno strutturale che va gestito dagli Stati e non dai trafficanti di uomini; bisogna quindi rafforzare i canali regolari e sicuri, frenando quelli illegali. E così come il ‘cuorè del decreto anti-rave - nell’idea di Piantedosi - era la pena accessoria della confisca degli ‘strumentì utilizzati dagli organizzatori dei raduni’, allo stesso modo la deterrenza che il ministro vuole dispiegare in questo caso si concretizza nella previsione di una sanzione amministrativa per le navi che in modo "sistematico" raccolgono migranti in mare senza coordinarsi con l’autorità responsabile di quell’area Sar: sanzione che farebbe scattare la confisca. Niente contestazioni penali, dunque, che in passato si sono dimostrate inefficaci, ma la confisca che può essere disposta dal prefetto. Naturalmente, le navi Ong che hanno monopolizzato il dibattito in queste settimane sono solo un elemento del dossier.

Nel frattempo, però, dopo che la loro domanda d’asilo è stata respinta, saranno espulsi dalla Francia 44 dei 244 migranti della Ocean Viking fatti sbarcare a Tolone la scorsa settimana.

Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno
Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno