Mercoledì 24 Aprile 2024

Italicum: accordo nel Pd su modifiche, ok di Cuperlo. Cosa cambia

Il documento firmato anche da Guerini, Orfini, Zanda, Rosato, verrà sottoposto all'assemblea e alla direzione dem. Ma i bersaniani dicono ancora "no"

Gianni Cuperlo (Olycom)

Gianni Cuperlo (Olycom)

Firenze, 5 novembre 2016 - Da un lato il comitato del 'No' al referendum costituzionale, radunatosi a Firenze per marciare contro la Leopolda e che ha fatto vivere momenti difficili in centro città con scontri e feriti, dall'altro la buona notizia dell'intesa raggiunta nella commissione dem per le modifiche all'Italicum. Il testo, approvato all'unanimità anche con l'ok di Gianni Cuperlo, non ricompatta però la frattura con la minoranza del Pd perché la frangia bersaniana non ha riconosciuto il documento annunciando di voler proseguire la campagna per il 'No'.

Il documento, firmato anche da Guerini, Orfini, Zanda, Rosato - prevede la "preferenza per un sistema di collegi inteso come il più adatto a ricostruire un rapporto di conoscenza e fiducia tra eletti ed elettori" e "la definizione di un premio di governabilità (di lista o di coalizione) che consenta ai cittadini, oltre alla scelta su chi li deve rappresentare, la chiara indicazione su chi avrà la responsabilità di garantire il governo del Paese attraverso il superamento del meccanismo di ballottaggio". Confermata l'indicazione della proposta Chiti-Fornaro come "riferimento del Pd" per la legge per l'elezione dei nuovi senatori. Il documento sarà ora sottoposto "all'Assemblea nazionale, alla Direzione e ai gruppi parlamentari del Partito Democratico di Camera e Senato", ma il confronto non comincerà prima del referendum dato che "la totalità delle opposizioni" si è "dichiarata indisponibile a una verifica parlamentare" prima del 4 dicembre.

CUPERLO - "Ho sottoscritto il documento perché contiene un passo in avanti", dice Cuperlo. "So che l'intesa raggiunta non ricompone la frattura consumata nella sinistra, dentro e fuori il Pd. Vedo e ascolto i tanti, anche autorevoli, convinti che solo il No al referendum potrà cambiare la legge elettorale. Io ho lavorato per ridurre quella forbice e avrei voluto un esito diverso. Ne rispondo personalmente e in primo luogo a quanti hanno condiviso con me questo percorso e che incontrerò nei prossimi giorni. Da ora in avanti la prova di coerenza e lealtà rispetto a questo impianto spetta a tutti, a partire da chi è alla guida del governo".

NO DAI BERSANIANI - Dalla sinistra bersaniana, però, arriva un secco no. "Il testo dell'accordo sulle modifiche all'Italicum è assolutamente generico e soprattutto elaborato fuori tempo massimo", afferma Federico Fornaro, senatore della minoranza, secondo cui il testo è "lontano anni luce da un articolato di un disegno di legge e per questo privo di valore parlamentare".