Venerdì 26 Aprile 2024

Pizzarotti: "Nei 5 Stelle anime inconciliabili. Restano solo gli yes men"

Il sindaco di Parma all'attacco: con me usarono la linea sovietica

Federico Pizzarotti (Imagoeconomica)

Federico Pizzarotti (Imagoeconomica)

Roma, 20 gennaio 2018 - Federico Pizzarotti, l’ex 5 Stelle più famoso, assiste dalla sua Parma all’ennesimo balletto del Movimento. Questa volta tocca alle alleanze. Che, ieri, Beppe Grillo ha stoppato ‘senza se e senza ma’.

Si aspettava che Grillo smentisse Di Maio proprio sulle alleanze?

"Non c’è mai stata linearità di vedute. Nel Movimento ci sono due anime: una che segue la pancia della base, l’altra che pensa solo ad arrivare al governo. Sono due anime che non riescono a convergere...".

Come si evolverà questa situazione?

"Non è un caso che Grillo se ne stia andando. Del resto, nel nuovo simbolo resta solo il blog delle stelle, neanche c’è più la parola Movimento...".

Insomma Di Maio e la linea governista hanno vinto?

"Dal 2012 c’è la contraddizione tra grandi promesse e il realismo di chi governa. Si è visto a Roma con Virginia Raggi soprattutto, ma ora anche a Torino con Chiara Appendino".

Le Parlamentarie dimostrano che il Movimento 5 Stelle è cambiato?

"Alcune esclusioni erano già scritte, non mi hanno stupito per nulla. La linea è stata di epurare chi non era utile o allineato al progetto".

Obiettivo?

"Creare un Movimento di ‘yes men’, evitando in tutti i modi coloro che non si adeguano o chi, magari, ha anche solo l’idea di creare una corrente".

Tutta colpa di Di Maio?

"Diciamo che dal 2014 è lui il punto di riferimento del Movimento 5 Stelle in Parlamento. E, da allora, è lui che ha tentato in tutti i modi di accreditarsi con l’establishment...".

Ma i 5 Stelle non dovevano combattere lobby e poteri forti?

"Già. Peccato che poi Di Maio incontrava i lobbisti. Ma nessuno può contestare. Se contesti, vieni oscurato, non vai in tv, non esisti più. Al contrario, se sei fedele alla linea, vieni premiato con la visibilità".

Lei, nonostante fosse considerato un ‘ribelle’, la visibilità ce l’aveva...

"A un certo punto Parma è scomparsa dai radar. Non veniva più citata neanche per i prodotti tipici. Una linea sovietica che è stata riproposta in Piemonte: ricordate la foto con Grillo da cui venne cancellata la consigliera dissidente?".

Ciò nonostante Pizzarotti restava il sindaco più famoso del M5S...

"E infatti Alessandro Di Battista scrisse a Casaleggio chiedendo di creare il famoso direttorio per arginare la crescita mediatica del sottoscritto. Lo riporta Supernova, il libro di Nicola Biondo e Marco Canestrari".

Dal Movimento delle origini, quello dell’uno vale uno, a oggi è cambiato tutto?

"Diciamo che nel 2010 chi si fosse azzardato a proporre un capo politico sarebbe stato espulso all’istante".

Alle Politiche del 4 marzo per chi tifa?

"Spero che vincano i 5 Stelle così una volta per tutte emergeranno le loro incongruenze e si vedrà chiaramente la distanza fra tutto ciò che dicono o promettono e quello che davvero fanno".

Lei li voterà?

"Sto aspettando i nomi in lista. Ma visto l’andazzo, dubito che sceglierò loro".

Lei è diventato sindaco per la seconda volta con la sua lista ‘Effetto Parma’: non ha pensato di correre alle Politiche?

"Non siamo ancora pronti. Ma ci stiamo pensando per le regionali del 2019. A dicembre ho partecipato all’evento ‘Italia in comune’, un gruppo di sindaci che sta cercando di organizzarsi. Abbiamo fatto vari incontri, dopo il 4 marzo avremo molto da fare".

Farete come Pisapia e la sua lista arancione di sindaci?

"Quella era molto connotata a sinistra, noi pensiamo a cose concrete e meno alle ideologie".

Lei sarà il leader?

"Io, forse, mediaticamente sono il più visibile del gruppo, ma il leader è quello che comanda. Io, invece, punto al confronto".