Giovedì 25 Aprile 2024

Elezioni amministrative 12 giugno 2022: Genova e Palermo, la sfida si gioca al centro

Bucci verso la riconferma in Liguria: lo sostengono anche Renzi e Calenda. In Sicilia il centrodestra tenta il ribaltone dopo settimane di scontri

Marco Bucci, 62 anni, sindaco genovese

Marco Bucci, 62 anni, sindaco genovese

Roma, 4 giugno 2022 - Genova e Palermo non potrebbero essere più lontane. Entrambe affacciate sul mare, entrambe capoluoghi di Regione, afflitte da problemi economici e sociali diversi (la perduta industrializzazione e i trasporti a Genova, la mai avvenuta crescita e la speculazione edilizia, per non dire della mafia, a Palermo), vanno al voto il 12 giugno, data delle elezioni amministrative. Il filo rosso che lega le due città sono i movimenti "al centro".

Genova 

Sotto la Lanterna il centrodestra si presenta unito per la riconferma del civico Marco Bucci (5 anni fa voluto fortemente da Matteo Salvini). Ma nelle liste che lo sostengono ci saranno anche esponenti di Azione e di Italia Viva, sebbene sia il partito di Carlo Calenda che quello di Matteo Renzi non partecipino con la propria lista. Il centrosinistra ha visto Pd e M5S accordarsi sulla candidatura dell’avvocato Ariel Dello Strologo, espressione di una coalizione che, in quella che fu una roccaforte rossa, punta a un ballottaggio che varrebbe quasi una vittoria. Infatti, la riconferma di Bucci – che ha lavorato sodo e bene per la ricostruzione della città – è data per incassata, forse già al primo turno. A farla da padrone sarà l’astensionismo. Già cinque anni fa il sindaco uscente Bucci fu eletto da appena 112 mila votanti e oggi il tasso di astensionismo veleggia oltre il 50%. Bucci, manager d’azienda, è sostenuto da tutto il centrodestra (Fd’I, Lega, FI; Udc, Nuovo Psi, lista di Toti), oltre che da renziani e calendiani. Dovrebbe avere gioco facile su un civico moderato, Dello Strologo, appoggiato da Pd, M5s, SI, Verdi, ma che si è dovuto schiacciare tutto a sinistra. Tra gli altri candidati, Mattia Crucioli, ex senatore 5S, ora nei fuoriusciti di Alternativa, che ha radunato attorno a sé micro-formazioni No pass e anti-Draghi (Italexit, Partico comunista, etc.), Antonella Marras (Prc e altri micro partiti comunisti), l’indipendente Carlo Carpi e un no vax, Martino Manzano Olivieri, italomessicano.

Palermo 

A Palermo, il centrosinistra ha individuato chi proverà a prendere il posto di Leoluca Orlando (Pd), sinceramente detestato da tutti dopo cinque anni: Franco Miceli, presidente dell’Ordine nazionale degli Architetti, che ha l’appoggio di Pd, M5S e sinistra. Ma non di Azione di (che sostiene Fabrizio Ferrandelli) né di Italia Viva che, nonostante il no di Matteo Renzi, appoggerà il candidato del centrodestra. Centrodestra in cui un durissimo scontro durato per mesi si è concluso con Lega e Forza Italia che hanno deciso di appoggiare l’ex rettore Roberto Lagalla, il moderato già sostenuto da Udc e Italia Viva e a cui aveva dato il suo sì pure Fd’I. Ma l’accordo raggiunto faticosamente a Palermo non risolve i problemi tra gli alleati nell’isola: resta la questione della guida della Regione, con Lega e Forza Italia che non vogliono la riconferma del governatore uscente, il meloniano Nello Musumeci, quando, a ottobre, si voterà. Il caos regna anche tra i centristi, che a Palermo vanno in ordine sparso: Calenda appoggia l’ex orlandiano Fabrizio Ferrandelli, i renziani di Iv hanno deciso di non sostenere ufficialmente Lagalla, ma permettono ad alcuni dei loro esponenti locali di candidarsi nella sua civica. In totale, a Palermo, ci sono sei aspiranti sindaci (si candidano anche Rita Barbera, di estrema sinistra, l’europarlamentare Francesca Donato, ex Lega, il civico Ciro Lomonte), 20 liste (nove per Lagalla, quattro per Miceli, tre per Ferrandelli) e una carica di 771 candidati per conquistare i quaranta posti da consigliere.