Giovedì 25 Aprile 2024

Elezioni 2018, un premier per gestire lo stallo. Gentiloni in pole, ma spunta Amato

Il sondaggio: senza vincitori servirà un garante

Il premier Paolo Gentiloni (Imagoeconomia)

Il premier Paolo Gentiloni (Imagoeconomia)

Roma, 25 dicembre 2017 - A leggere i sondaggi di tutti gli istituti demoscopici, se le elezioni ci fossero oggi sarebbe difficile avere una maggioranza coesa nei due rami del Parlamento, cioè nessuna delle coalizioni in campo conquisterebbe i 158 seggi al Senato ed i 316 alla Camera.

QUESTO scenario spingerebbe verso le elezioni bis, ma ripetere le consultazioni con le stesse regole, ed in così poco tempo, genererebbe nuovamente il rischio di ritrovarsi nelle stesse condizioni pur dopo una successiva tornata elettorale. Pertanto la «realpolitik» potrebbe prevedere la nascita di un governo appoggiato da più partiti, anche se gli stessi si erano presentati in coalizioni avverse tra loro. È il caso, per esempio, che sia Pd che FI potessero appoggiare la nascita di un esecutivo «nell’interesse del Paese».

PER ESSERE ancora più concreti, bisogna anche dire che – sempre analizzando i sondaggi di tutti gli Istituti – al momento neanche questa alleanza post elettorale potrebbe avere i numeri per governare. Insomma, è tutto ancora da definire. Chiusele urne, la partita si giocherà nell’individuare quale figura ha il profilo per poter assumere questo importante ruolo di garanzia, di trasversalità, oltre che già possedere reputazione a livello internazionale. Tra i possibili nomi testati in un sondaggio, quello che raccoglie il maggiore gradimento è l’attuale presidente del Consiglio Gentiloni: indicato dal 42% degli italiani, il suo valore si caratterizza per essere percepito in maniera trasversale, visto che lo ritiene adatto anche il 35% dell’elettorato di Forza Italia, oltre che il 70% del Pd.

AL SECONDO posto il ministro dell’Interno Minniti che viene proposto dal 37% dell’elettorato. Anche in questo caso si evidenzia il valore della trasversalità, ma la cosa che colpisce è che il capo del Viminale, rispetto a Gentiloni, aumenta l’appeal nell’elettorato di Forza Italia (41%) mentre diminuisce in quello dei democratici (60%).

AL TERZO POSTO, invece, si piazza l’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato con il 29%: i pareri sono un po’ più tiepidi rispetto ai due esponenti del Pd ma comunque si registra anche su di lui un buon valore di trasversalità. A ritenere valida l’opzione Amato è sia il 40% dell’elettorato Pd che il 43% di Forza Italia, ma è interessante notare che a questi si aggiunge anche il 25% di chi vota Liberi e Uguali ed il 44% degli indecisi. Insomma rispetto ai primi due, Giuliano Amato ha un consenso meno radicato nei singoli partiti ma più distribuito tra le varie forze in campo. Altra cosa interessante da notare è che, nonostante nei sondaggi la coalizione del centrodestra è attualmente avanti, nessun esponente di questa area politica viene indicata nelle prime 3 posizioni come possibile ‘leader di garanzia’.

INFATTI è solo al quarto posto Tajani, attuale presidente del Parlamento Europeo, con il 20%. Il suo consenso, però, è fortemente concentrato tra gli elettori di Forza Italia (62%) mentre raccoglie molto poco dagli altri partiti, quindi un livello di trasversalità molto basso.

IN QUINTA posizione il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi con il 15% che paga lo scotto di una bassa conoscenza a livello popolare. Infine chiudono la classifica nell’ordine ilMinistro dello Sviluppo Economico Calenda e l’ex responsabile della Farnesina Frattini, il primo con il 13% delle preferenze, il secondo con il 10%. Da quello che traspare è che in caso di “non maggioranza” non sarà facile trovare un traghettatore condiviso. Gli italiani, in questa eventualità, sembrano preferire la continuità in attesa di un cambiamento.