Domenica 16 Giugno 2024
DAVID
Politica

Dialogo a Montecitorio. Convergenze parallele o nuova maggioranza?

Le suggestioni dopo l’ennesimo voto condiviso

Dialogo a Montecitorio. Convergenze parallele o nuova maggioranza?

Dialogo a Montecitorio. Convergenze parallele o nuova maggioranza?

Allegranti

C’è una nuova stella, pardon, maggioranza alla Camera? Senza esagerare con le implicazioni del voto favorevole all’emendamento Costa sulla giustizia, è comunque da registrare l’assetto politico-parlamentare che l’ha fatto passare.

La maggioranza di destra-centro ha votato insieme all’ex Terzo Polo (ormai in frantumi ovunque) la modifica dell’articolo 114 del Codice di procedura penale, prevedendo il "divieto di pubblicazione integrale o per estratto del dispositivo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari". Una norma che Enrico Costa, deputato di Azione e primo firmatario dell’emendamento, che è stato firmato anche da e Faraone di Italia viva e da Riccardo Magi di +Europa, considera di "buon senso". Così di buon senso, ne è sicuro Costa, che se ci fosse stato il voto segreto, e non quello palese, la maggioranza sarebbe stata più larga, perché si sarebbe aggiunto anche qualche parlamentare del Pd.

Forse però ci sarebbe stata qualche defezione dentro la maggioranza di governo, chissà; è stato d’altronde proprio Costa a spiegare che nel destra-centro solo Forza Italia aveva sostenuto l’emendamento fin da subito. Il governo stesso aveva dato parere contrario, prima della riformulazione. "Ritengo questa norma un principio di civiltà giuridica. Persone massacrate prima del processo, spesso poi neppure celebrato, ne abbiamo viste troppe. Mi vergogno dei cittadini che si riempiono la bocca della difesa della Costituzione e poi tifano per gogna mediatica. Ovviamente solo quando colpisce l’altra parte politica. Questo sì che è fascismo", dice Carlo Calenda, leader di Azione.

"Pensavamo di essere soli e invece abbiamo conquistato la maggioranza dell’Aula", aggiunge Faraone, capogruppo di Iv alla Camera. L’emendamento, dice Andrea Pellicini, deputato di Fratelli d’Italia e componente della commissione Giustizia, "introduce una norma di civiltà, in quanto la pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare, che spesso riproduce il contenuto delle intercettazioni e delle relazioni di polizia giudiziaria, espone l’indagato alla gogna mediatica attraverso la divulgazione della sola prospettazione accusatoria. Il diritto di cronaca può essere salvaguardato senza sacrificare il principio costituzionale della presunzione di innocenza".

Non è la prima volta che l’ex Terzo Polo vota insieme alla destra, tant’è che in più di un’occasione si è parlato delle convergenze fra i libdem e il governo, con il solito indiziato speciale (Matteo Renzi) ritenuto a un passo all’ingresso in maggioranza. L’anno scorso, per dire, Italia viva e Azione, quando ancora esistevano le ambizioni terzopoliste, votò contro – riuscendo quindi a non farli passare – gli emendamenti identici di Pd, M5s e Avs al Dl Ministeri, che puntavano all’eliminazione della parola "merito" dalla nuova denominazione del ministero dell’Istruzione.

A maggio di quest’anno, invece, la Camera ha approvato, con i voti del destra-centro e del fu Terzo Polo, una mozione della maggioranza sul nucleare. E via così. Ora è arrivata l’intesa sulla giustizia, che è un terreno fertile per l’incontro fra il governo (soprattutto per quanto riguarda Forza Italia) e il pezzo dell’opposizione che rivendica posizioni garantiste. Costa sembra spingersi oltre, ma Azione lo stoppa.