Renzi per un soffio, Calenda per molto di più. Il Terzo Polo che fu e che sembrava avere i presupposti per rappresentare una forza politica di centro, assente nel Paese, è imploso su se stesso, travolto dai litigi dei due leader ma soprattutto da una proposta politica che gli elettori hanno sonoramente bocciato. Insieme, Renzi e Calenda avrebbero fatto il 7%, insieme sarebbero riusciti ad arrivare in Europa superando la performance importante di Avs. Invece, divisi e sconfitti, sono usciti di scena. Azione, Iv e +Europa, dunque, non saranno presenti nel nuovo Parlamento europeo. Uniti avrebbero portato in Ue le istanze liberali ed europeiste che li accomunano, avrebbero di certo rimpolpato il gruppo di Renew. E, invece, ora sono chiamati ad una riflessione interna: come procedere? Con chi allearsi? Concorrere ad un grande centrosinistra a trazione dem, digerendo anche i 5 stelle, o formare un polo centrista, superando i veleni interni?
Carlo Calenda (quasi 82mila preferenze personali) smentisce indiscrezioni su sue possibili dimissioni da segretario di Azione. E precisa che l’elettorato del partito non è compatibile con quello di Iv. Matteo Renzi (200 mila preferenze), invece, punta il dito contro "l’assurda rottura del Terzo Polo: potevamo avere sette parlamentari europei riformisti, insieme. E invece sono zero. Che follia". Ma nella costruzione di un eventuale area di centro (Calenda lo chiama il polo repubblicano), gli ex terzopolisti devono vedersela con l’unico grande partito centrista in crescita: Forza Italia. Che ha già lanciato un’opa ostile verso l’elettorato dei due sconfitti. Antonio Tajani lo ha detto chiaro e tondo: le europee sono la "prima tappa di un lungo percorso e di una strategia per occupare lo spazio tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Ieri e oggi l’abbiamo occupato". Il leader di Azione, per adesso, con una mano tiene ben chiusa la porta a Matteo Renzi (sconfitto nella sua Rignano dall’ex delfino Dario Nardella), con l’altra apre uno spiraglio al centrosinistra a trazione dem: "Non ho alcuna preclusione ad alleanze, ma ci deve essere un progetto politico e dei valori"
La formazione di un campo larghissimo, che va da Avs a Iv, passando per i 5stelle e Calenda, sarebbe il sogno di Elly Schlein che, però, dovrà vedersela con diversi veti incrociati. Quanto a + Europa, va per la sua strada. Riccardo Magi ha definito, senza mezzi termini, "pessimo". L’alleanza strutturale con Iv, su cui già Emma Bonino si era mostrata cauta, ora non è nei radar.