Venerdì 26 Aprile 2024

Nuoto

La gioventù è Benedetta . I primi Giochi per stupire

di Gianmario Bonzi

Feroce in acqua, leggera fuori. Benedetta Pilato è una forza della natura in piscina e lo ha già dimostrato abbondantemente, in un mondo, quello del cloro, che brucia in fretta sogni e speranze. Ma contrariamente a quel che si può pensare, non ha l’ossessione della vittoria e non pensa solo al nuoto, nella vita. La tarantina, 16 anni, è cresciuta in fretta, già domina la distanza non olimpica dei 50 rana, nella quale detiene il primato del mondo, ma vive il suo ruolo di star sportiva in un mondo semplice, quello della famiglia e dell’allenatore di una vita, Vito d’Onghia, purtroppo non presente a Tokyo 2020.

Tutti la cercano, tutti la vogliono, perché immediatamente fa tanto parlare di sé e piace la storia di una baby-teenager pronta a sfidare le nuotatrici più forti del globo.

La scoprimmo agli Assoluti di Riccione, due anni fa abbondanti, e ci parlammo subito in quella che si chiama in gergo "zona mista", pronti a ricevere i normali "monosillabi" di una ragazzina giustamente poco avvezza a taccuini e microfoni. E invece no. Benedetta declamò subito tanto e bene, facendo capire di avere le idee chiare in testa, ma di saper vivere anche al meglio la sua età, quella più spensierata della vita. Due anni dopo si ritrova già con un argento iridato al collo, un oro europeo in lunga e in corta, un record mondiale, i titoli iridati e continentali juniores e una qualificazione olimpica in tasca. Nel 2020 sembrava impossibile potercela fare, perché ai Giochi la sua unica chance, per ora, non può che essere sui 100 metri, e invece il rinvio di un anno è sembrato quasi uno scherzo del destino, come se il fato avesse voluto aiutarla. E’ cresciuta in fretta, forse troppo presto per sfidare sua maestà Lilly King anche sulla distanza doppia, ma attenzione: la miglior Benedetta Pilato si vedrà solo a Tokyo in questo 2021, ha fatto progressi da gigante nei 100m, e se è vero che in questo momento, su tre turni, possono uscir due gare ben fatte e una meno (la distanza va ancora assimilata al meglio), è altrettanto vero che se entra in finale poi aspettatevi di tutto, perché Benny resta agonista da gara decisiva. Proprio come Federica Pellegrini, anzi, forse più matura della Divina alla stessa età. Ma con meno tensioni, sembrerebbe, dentro e attorno a lei.

Pilato, cresciuta in una vasca da 25 metri in provincia di Taranto, ha messo la Puglia sulla mappa del nuoto azzurro pur essendo la più giovane (De Tullio, Di Liddo, Gaetani ora sono noti a tutti) e trascinato un intero movimento, quello della rana femminile, improvvisamente esploso a livello mondiale perché pungolato dalla prepotente ascesa di Benedetta, come ha candidamente ammesso all’ultimo Sette Colli Francesca Fangio, duecentista livornese che sogna la finale Olimpica. Mai l’Italia delle piscine aveva avuto tre atlete così competitive nella stessa distanza, maschi compresi, basti pensare la primatista italiana dei 100m, Arianna Castiglioni, nuoterà a Tokyo solo in staffetta, "lasciando" a Pilato e Carraro il posto nella gara singola. Questa è competizione vera.

Amante delle serie tv, bravissima a scuola, molto più matura della sua età, eppure completamente "dentro" il suo tempo, la pugliese sa già dare del tu ai giornalisti, è una trascinatrice in squadra e lascia agli altri le eterne discussioni sul fatto che sia adatta o meno ai 100m rana, lei nata per competere sui 50 come forse nessun’altra al mondo. "Non sarei stupìta se fra qualche anno lasciasse le piscine, ha anche altro in testa", abbiamo sentito dire da chi la conosce bene a Roma, poche settimane fa. Può essere. Prima, però, siamo sicuri che vorrà regalare a se stessa e all’Italia un oro olimpico: o adesso a Parigi 2024 non fa nessuna differenza.