Venerdì 26 Aprile 2024

Cerimonia senza lustrini, l’Italia sfila 18esima

Domani alle 13 italiane l’inaugurazione con soli mille invitati sugli spalti. Pellegrini subito sottoposta all’antidoping appena sbarcata a Tokyo

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Breve, sobria, a ranghi ridotti, davanti a spalti deserti: è questa la cerimonia inaugurale di Tokyo 2020, in programma domani allo Stadio Olimpico. Ci sarà l’imperatore, Naruhito, che soltanto martedì – forse nel momento più delicato per la sorte dei Giochi, con le delegazioni in arrivo e i contagi in aumento – ha sciolto la riserva sulla sua presenza. L’imperatore pronuncerà il tradizionale discorso inaugurale, che secondo voci che circolano a Tokyo sarà sobrio come la cerimonia e breve. I capi di stato e i rappresentanti di governo saranno 18, fra loro spicca Emmanuel Macron, unico presidente di un paese del G7 presente in Giappone. Onori anche per Jill Biden, la first lady della Casa Bianca, annunciata fra le autorità: Whasington ha confermato la presenza della First Lady nelle ultime ore, nonostante gli allarmi sanitari di Tokyo.

La kermesse scatterà alle 20, le 13 in Italia. Tradizionale la suspense sull’identità dell’ultimo tedoforo, colui (o coloro, per chi immagina una coppia di atleti in omaggio alla parità dei sessi che è uno dei pilastri di Tokyo 2020) che porterà per ultimo la fiaccola alla sua destinazione finale, l’accensione del braciere. Lo spettacolo coreografico, come ormai tradizione curato dal veneziano Marco Balich, non avrà la solita cornice di pubblico, soltanto un migliaio saranno gli invitati presenti fiscamente: "sarà una cerimonia molto sobria – ha anticipato Balich – ma esteticamente sarà molto ‘giapponese’ e connessa alla realtà del momento". L’Italia – dietro ai portabandiera Jessica Rossi ed Elia Viviani – sfilerà per 18esima. Un pezzo importante di azzurro anche nella delegazione del Comitato Olimpico Internazionale: portabandiera sarà la pallavolista Paola Egonu.

E’ arrivata a Tokyo anche Federica Pellegrini, la “Divina“. Come se non bastassero tutte le complesse procedure di “accettazione“ in Giappone nell’era del Covid, la nostra nuotatrice ha dovuto subito sottoporsi a un test antidoping.

"E che non lo vuoi fare un bell’antidoping appena arrivata?!", ha scritto ironicamente Fede postando su Instagram una foto con un cerotto al braccio.

Alcuni campioni sono sottoposti con grandissima frequenza ai test, anche se poi le difficoltà del Covid hanno fatto stimare in un -45% in tempi di pandemia il numero di esami per rilevare sostanze proibite a livello mondiale: dai 306mila del 2019 ai 168mila del 2020.