Mercoledì 24 Aprile 2024

Violenza carcere, chiesto rinvio a giudizio per 107 indagati di Santa Maria Capua Vetere

Oggi si è svolta l'udienza preliminare per agenti e funzionari del carcere casertano dove nell'arile 2020 sono stati denunciati pestaggi di diversi detenuti

Il carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere

Il carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere

Napoli, 26 aprile 2022 – Chiesto il rinvio a giudizio per 107 persone, finite nell’inchiesta delle violenze al carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere. Si tratta di agenti della polizia penitenziaria e funzionari del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, ritenuti coinvolti a vario titolo nei pestaggi denunciati da alcuni detenuti nell’aprile 2022. "Si tratta di una ulteriore conferma della fondatezza delle nostre denunce e della volontà determinata di riaffermare il principio di giustizia. Violenze a freddo, un uso smisurato e insensato della forza", ha commentato Samuele Ciambriello, garante campano dei detenuti.

La richiesta è avvenuta oggi nel corso dell'udienza preliminare davanti al gup Pasquale D'Angelo, della Procura di Napoli. Sono 108 gli indagati, per una sola persona è stato chiesto il proscioglimento poiché avrebbe dimostrato la sua assenza dal carcere in quel frangente. Le accuse a vario titolo, sono di reati di abuso di autorità, tortura, lesioni e falso in atto pubblico. La prossima udienza è prevista il 10 maggio.

Cosa è successo al carcere di Caserta: 

I fatti: dai pestaggi alla morte di un detenuto

Per cinquanta indagati, contestato il reato di torture. Il gip che aveva firmò l'ordinanza parlò di "mattanza" avvenuta nelle celle. Dalle telecamere di sorveglianza furono ripresi i momenti delle aggressioni a calci e pugni e usando manganelli. Un detenuto di 28 anni, Hamine Lakimi, fu messo in isolamento dopo i pestaggi e morì il 4 maggio 2020. Il 28 maggio venne seguita una misura cautelare che interessò 52 indagati. Otto agenti finirono in carcere, 18 ai domiciliari.

Furono poi disposti tre obblighi di dimora e 23 misure di sospensione dall'attività lavorativa per poliziotti e funzionari, tra cui l'allora capo del Dap in Campania, Antonio Fullone. Per la morte di Lakimi sono indagati l'allora comandante della Polizia Penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, Gaetano Manganelli, Fullone, due medici e gli agenti che erano nel reparto di isolamento.

La richiesta della procura

La richiesta di proscioglimento chiesto per un agente coinvolto dalle indagini si aggiunge ad altre 12 analoghe richieste avanzate dalla Procura alcuni mesi fa. Erano infatti 120 gli indagati all’apertura del fascicolo. Due imputati hanno chiesto di poter accedere al rito abbreviato.

Tutto era iniziato dal racconto choc di alcuni detenuti, che avevano lamentato violenze pesantissime da parte dei secondini. Ecco il raccomto di uno di loro. Il polverone sollevato è stato talmente grande da causare rappresaglie e insulti a molti agenti estranei ai fatti, cheper mesi sono andati al lavoro in borghese per evitare possibili aggressioni, mentre la ministra Cartabia aveva parlato di un oltraggio alla Costituzione.

Il garante si è costituito parte civile

"Si è conclusa stamattina la requisitoria dei pubblici ministeri che, giustamente, hanno chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati, 108, tranne uno solo che è risultato non presente al momento dei fatti", ricapitola D’Angelo, in prima linea per i diritti dei carcerati. "Nelle prossime settimane – ha aggiunto il Garante – ci saranno gli interventi degli avvocati, tra cui quello dell'avvocato Francesco Piccirillo, costituito parte civile in difesa del mio ufficio di Garante regionale per le persone detenute".