Giovedì 25 Aprile 2024

Vertenza Jabil, presidio dei lavoratori al Consolato americano di Napoli

Una delegazione sindacale è arrivarta da Marcianise per protestare contro i 190 licenziamenti collettivi annunciati a settembre dall'azienda statunitense

Napoli, 24 ottobre 2022 – Slogan e striscioni davanti al Consolato americano di Napoli, dove i laboratori della Jabil hanno detto no alla nuova ondata di tagli occupazionali. È ripresa questa mattina la mobilitazione degli operai dello stabilimento Jabil di Marcianise, nel Casertano. Si sono dati appuntamento in piazza della Repubblica per protestate contro la procedura di licenziamento che riguarda 190 lavoratori.

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Licenziamenti collettivi

I licenzianti collettivi sono stati resi noti il mese scorso dai vertici della società americana – che opera nel settore della produzione di componenti elettronici e circuiti elettronici – che a settembre sono stati annunciati inviando una Pec. Il ridimensionamento dell’organico, costato già 250 licenziamenti, è iniziato nel 2019 e gli ulteriori tagli erano già previsti nei diversi piani industriali degli ultimi anni, ma rimandati solo per la pandemia. Oggi la multinazionale americana li ripropone, come "scelta difficile, ma obbligata". L'obiettivo dichiarato dall'azienda sarebbe quello di salvaguardare 250 unità: numeri che rimarrebbero in organico una volta conclusa la procedura.

I sindacati: “Newco? Una scatola vuota”

"Purtroppo con Jabil siamo reduci da esperienze di ricollocamento assolutamente negative. Parliamo dei primi licenziati, ricollocati in altre aziende che hanno anche beneficiato di incentivi da parte della multinazionale, e che ora si trovano in cassa integrazione o con il mio rischio di essere trasferiti in Sardegna", racconta Francesco Percuoco, della Fiom. Ora i lavoratori non si fidano più e la newco che dovrebbe assorbire i 190 licenziati, a detta dei sindacati, “è una scatola vuota”. Con il paradosso che questa nuova azienda, che vede la partecipazione di Invitalia, dovrebbe avere la stessa missione produttiva che attualmente la Jabil ritiene insostenibile. Una situazione che preoccupa anche gli ex dipendenti Whirlpool, che attendono la costituzione di un nuovo consorzio, partecipato da Invitalia, per rilanciare il sito produttivo di via Argine.

"Noi pensiamo che con un serio piano industriale la produzione possa essere e rilanciata e sia assolutamente sostenibile", sostengono i lavoratori in presidio all'esterno del consolato americano. Una delegazione dei sindacati è stata accolta dal responsabile della sicurezza del consolato degli Stati Uniti d'Amarica al quale è stata consegnata una lettera.