Giovedì 25 Aprile 2024

Napoli, 11 arresti per usura. Arrestato carabiniere. Una vittima è ex calciatore azzurro

Operazione dei carabinieri contro la camorra. Gli imprenditori erano costretti a pagare tassi di interesse fino al 40%. Ecco chi sono i destinatari delle misure cautelari

I carabinieri

I carabinieri

Napoli, 25 ottobre 2022 - Sono 11 gli arresti eseguiti dai carabinieri del comando provinciale di Napoli nell'ambito delle indagini su un giro di usura gestito dalla camorra. Tra i destinatari delle misure cautelari anche un militare dell'Arma, nei cui confronti si ipotizza il reato di corruzione. Si chiama Giuseppe Bucolo il carabiniere, un luogotenente di 56 anni originario di Catania, arrestato stamattina dai suoi colleghi. Per il militare, accusato di corruzione, sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Nel corso delle indagini sono stati documentati nove casi di usura, commessi ai danni di imprenditori - tra cui un noto ex calciatore del Napoli, Giuseppe Bruscolotti - costretti a pagare tassi di interesse variabili tra il 25% ed il 40%.

Il ruolo di Bucolo: intascava mazzette dai clan

Il luogotenente dei carabinieri Giuseppe Bucolo avrebbe intascato per anni le ‘mazzette’ dei vari gruppi camorristici della zona occidentale di Napoli. Tra il 2005 e il maggio 2007 avrebbe percepito 5mila euro al mese dalle mani di un esponente di spicco del gruppo camorristico Puccinelli del Rione Traiano per fornire informazioni riservate circa le indagini e anche riguardo le operazioni di contrasto nei confronti dell'organizzazione camorristica.

Non solo. Secondo gli inquirenti, il carabiniere Bucolo – in servizio nella compagnia di Bagnoli e al quale i reati vengono contestati con l'aggravante mafiosa – avrebbe anche omesso e ritardato i controlli e sequestri di droga nei confronti degli affiliati alla famiglia malavitosa dei Puccinelli. Tra il 2003 e il 2006 il carabiniere poi avrebbe intascato mensilmente denaro, da mille a 2mila euro, da diversi esponenti della camorra, e tra questi anche dal collaboratore di giustizia Gennaro Carra, ex esponente di spicco del clan Cutolo, anche questo del Rione Traiano di Napoli, oltre che, dal 2005 al 2021, da Antonio Volpe (1.500 euro), assassinato in un agguato scattato in messo alla folla di via Leopardi, il 15 marzo 2021, esponente di spicco del gruppo Baratto-Volpe, detto dei Calacioni, di Fuorigrotta.

Oltre a Bucolo, è indagato anche un altro carabiniere che, secondo gli investigatori, avrebbe aiutato Bucolo a verificare, per conto di Gennaro Volpe – elemento di spicco dell'omonimo gruppo – a verificare la targa e tenere sotto controllo gli spostamenti di una vettura.

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Chi sono gli altri arrestati

La misura cautelare ai domiciliari è stata disposta anche per il 63enne Mario Baratto, il 55enne Gennaro Scala e per la 48enne Vittoria Trapanese. L'arresto in carcere è stato invece notificato al 35enne Umberto Graziano, al 32enne Michele Scarca e ai tre esponenti della famiglia Volpe: il 39enne Alessandro, il 55enne Angelo e il 41enne Gennaro. I tre uomini sono tutti legati da vincoli di parentela con Antonio Volpe, il 77enne assassinato a colpi d'arma da fuoco, tra la gente, nel quartiere Fuorigrotta di Napoli, nel marzo del 2021. Per Gaetano Staiano, di 68 anni, e per Patrizio Straiano, 31 anni, è stato invece disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L'ordinanza, emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, vede gli arrestati accusati - a vario titolo - di usura, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché detenzione illegale di armi comuni da sparo, aggravati dalla finalità di favorire il clan Baratto-Volpe, operante nel quartiere partenopeo di Fuorigrotta e rientrante nella sfera di influenza e controllo della cosiddetta 'Alleanza di Secondigliano'.