Giovedì 25 Aprile 2024

Quando arriva il freddo? L’esperto: caldo anomalo resiste. “Poi rischio eventi estremi”. Il precedente del 1985

Settembre senza precedenti. Edoardo Ferrara di 3B Meteo: “Verso inverni più miti, ma non sono escluse ondate di freddo”. Gli effetti di questo autunno insolito anche su ghiacciai e vegetazione

Roma, 5 ottobre 2023 – Il settembre è più caldo mai registrato (+0,93 gradi rispetto alla media a livello globale) e l’autunno che, a quanto pare, tarderà ancora ad arrivare. Molti Paesi del Vecchio continente (ma non solo) registrano un record dopo l’altro, e nonostante l’estate prolungata possa sembrare piacevole, non è priva di rischi. Edoardo Ferrara, meteorologo di 3Bmeteo, ci ha spiegato fino a quando potrebbe continuare ancora questa anomalia e quali sono i pericoli che comporta.

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Caldo anomalo, le stime di Copernicus sulla temperatura (Ansa)
Caldo anomalo, le stime di Copernicus sulla temperatura (Ansa)

Dopo un settembre molto caldo anche ottobre è iniziato con un clima anomalo. Quanto potrebbe durare ancora l’ondata di caldo?

“Ieri si è perso qualche grado al Nord, in particolare al Nord-Est, oggi qualcosa anche al Centro-Sud. Ma si tratterà di una parentesi e comunque le temperature rimarranno sopra media. Anzi, da venerdì e nel weekend tornerà ad intensificarsi nuovamente il caldo com'era ai livelli di prima: non escluse nuovamente punte di oltre 28-29 gradi, valori chiaramente estivi. Secondo anche le ultime analisi modellistiche, probabilmente andremo avanti almeno altri 8-10 giorni così. Intorno fino a metà ottobre non si intravedono particolari cambiamenti. Probabilmente da metà ottobre in avanti assisteremo a fasi più piovose rispetto a questa fase molto secca, a partire dal nord con un graduale calo termico. Però non sono previste, ad esempio, ondate di freddo precoci. Perderemo sì qualche grado, ma probabilmente resteremo ancora sopra la media del periodo, anche se non in modo assurdo come adesso”.

Caldo anomalo, i dati di Copernicus (Ansa)
Caldo anomalo, i dati di Copernicus (Ansa)

Il clima caldo in particolare potrebbe favorire il verificarsi di fenomeni estremi come nubifragi?

“Questo è un argomento più delicato. Sicuramente quando abbiamo a che fare con masse d'aria calda abbiamo più energia a disposizione per i fenomeni estremi, quindi diciamo che sono più favoriti nubifragi piuttosto che la grandine grossa come abbiamo visto quest'estate, ad esempio al Nord. Però non è tutto: affinché ci siano precipitazioni deve esserci comunque un setup sinottico favorevole al loro sviluppo. In ogni caso, quando abbiamo a che fare con temperature più elevate e un mare più caldo come adesso il Mediterraneo, che risulta più caldo della norma sulla superficie, abbiamo più vapore acqueo a disposizione, quindi più energia per le perturbazioni e le basse pressioni in generale”.

Si prevede qualche interruzione brusca del caldo nei prossimi giorni o settimane?

“Nei prossimi 8-10 giorni sicuramente no. Per prevedere cosa succederà dopo è ancora presto, però possiamo dire che tutto questo caldo accumulato, sia nel mare che sulla terra, è potenzialmente un serbatoio di energia molto grande per eventuali perturbazioni atlantiche in arrivo dopo. Da questo punto di vista non è escluso che potremmo avere a che fare con fenomeni localmente estremi nel corso dell'autunno”.

Le temperature alte di questo periodo potrebbero preannunciare un inverno mite?

“Quello che osserviamo, a livello generale, è che fa mediamente più caldo, quindi gli inverni stanno risultando mediamente più miti per via del riscaldamento globale, ma non significa che non possono esserci ondate di freddo comunque, magari anche di breve durata. E soprattutto non significa che se adesso fa molto caldo debba fare necessariamente caldo anche in inverno. Il famoso inverno del 1985 è un buon esempio: il periodo che lo precedette fu insolitamente mite, poi a gennaio fece gelo in tutta Italia. Oppure nell'aprile del 2003 nevicò addirittura fino a Bari, poi seguì quell'estate che tutti conosciamo, l'estate più calda di sempre”.

Quali potrebbero essere i rischi di un periodo di caldo anomalo prolungato nell’ultimo trimestre dell’anno?

“In primis c’è un fattore energetico per le perturbazioni e quindi un maggiore rischio per eventuali fenomeni estremi. Però ribadiamo che non è che per forza devono verificarsi, si tratta di una condizione necessaria, ma non da solo sufficiente. Devono esserci passaggi perturbati importanti, altrimenti non succede nulla. Poi chiaramente ha degli effetti sulla qualità dell'aria. Al Nord, in particolare in Pianura Padana, la persistenza di questo anticiclone da giorni in un ambiente orograficamente così chiuso tra gli Appennini ha reso l’aria di qualità pessima, con lo smog alle stelle. E poi c'è anche la questione sulla flora e la fauna: la vegetazione, gli alberi, le piante potrebbero risentire di questo caldo anomalo, magari germogliando. Per non parlare dei ghiacciai alpini, che ora vanno in ulteriore sofferenza proprio nel momento in cui potrebbero cominciare a respirare di nuovo”.