Giovedì 7 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
Magazine

Squali bianchi, gli attacchi mortali. L’esperto: ecco cosa può ingannare la loro vista formidabile

Cinque domande a Primo Micarelli (Centro studi squali di Valpiana): “Le aree del mondo dove sono concentrati e a che distanza dalla costa si possono spingere”

Roma, 2 gennaio 2024 - Attacchi mortali di squali, dall’Australia alle Hawaii. L’ultima vittima si chiamava Jason ‘Jay’ Carter e aveva 39 anni, è morto alle isole Maui. Due giorni prima Khai Cowley, 15enne promessa del surfera rimasto ucciso a Ethel Beach, in Australia. Potrebbe essere stato attaccato da uno squalo bianco.

Abbiamo rivolto 5 domande a Primo Micarelli, direttore del Centro studi squali di Valpiana, attivo dal 2009 nel Comune di Massa Marittima (Grosseto).

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Squalo bianco attaccato da un’orca: il video da brividi

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Squalo bianco: sono 8 le aree del mondo dove sono più concentrati
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1. Professore, cosa sta accadendo?

“In questo momento non possiamo dire che siamo di fronte a un aumento di casi. Per quello, servono verifiche rigorose sui dati”.

2. Squali bianchi: dove si concentrano?

"Nel mondo – risponde il professor Micarelli – ci sono 8 hotspot dove sono più frequenti gli squali bianchi. Ecco l’elenco

  • Mediterraneo
  • Sud Africa (costa orientale e occidentale)
  • Usa
  • Guadalupe in Messico
  • Nuova Zelanda
  • Australia
  • Giappone
  • Cile

In queste aree, è stata riscontrata una presenza di squali bianchi più importante in termini numerici”.

3. A che distanza dalla costa si possono spingere gli squali?

“Gli squali bianchi possono arrivare fino a un metro dalla battigia. Ma naturalmente questo dipende sempre dalla profondità del fondale”. Ogni area di presenza degli squali bianchi, precisa il professore, “è studiata da gruppi di ricerca. Spostamenti, comportamenti e modalità alimentari possono variare. Nella mia esperienza in Sud Africa, ho verificato che il top della presenza fino al 2017, prima che arrivassero le orche, si verificava tra marzo e giugno. In quel periodo i giovani esemplari di otaria rappresentavano una modalità di allenamento per gli squali bianchi presenti in quell’area, una vera e propria palestra di esercizio, così imparavano a cacciare queste specie”.

4. Se l’acqua è torbida aumentano i rischi?

"Sì, lo squalo può mordere perché non distingue bene la preda.

Gli squali bianchi hanno una vista davvero buona, abbiamo fatto uno studio ad hoc su questo. In presenza di una sagoma di otaria, inodore e di un trancio di tonno, si dirigono verso l’otaria senza indugi, perché sanno che è una preda più ricca e soprattutto perché la loro vista è in grado di discernere. Ma se l’acqua è torbida, possono mordere la gamba di un uomo perché la confondono magari con la preda che stanno inseguendo”.

5. Quando è mortale l’attacco di uno squalo?

"La morte di solito avviene per dissanguamento, quando viene recisa l’arteria e non si fa in tempo a bloccare la ferita. Lo squalo di solito porta a termine un attacco solo. Quando si rende conto che la preda morsa non fa parte della sua dieta, la rilascia e si allontana. Chiaramente, avendo denti estremamente affilati e una potenza meccanica molto importante, i morsi sono in grado di provocare danni letali”.