Venerdì 26 Aprile 2024

Notti magiche, com'è il nuovo film di Virzì

Esce l'8 novembre e racconta l'Italia del 1990, Mondiali di calcio e lampi di cinema: ecco trailer e recensioni

Foto: Lotus Production/3 Marys Entertainment/Rai Cinema

Foto: Lotus Production/3 Marys Entertainment/Rai Cinema

Giovedì 8 novembre Paolo Virzì ('La prima cosa bella', 'La pazza gioia', 'Il capitale umano') ci riporta indietro all'Italia del 1990, quella del Mondiale di calcio, ma anche quella che assiste al tramonto della grande tradizione del cinema nostrano: esce infatti nelle sale cinematografiche 'Notti magiche', un film con elementi autobiografici, un po' di nostalgia e qualche strizzatina d'occhi al metacinema. NOTTI MAGICHE, IL FILM 'Notti magiche' è una commedia malinconica, che in un certo senso guarda con occhio affettuoso, ma anche umoristico e canzonatorio, alla fine dei sogni: quello di vincere i Mondiali, quello della gioventù che tutto può, quello di un cinema italiano che per un paio di decenni è stato una dei fari più importanti a livello mondiale. NOTTI MAGICHE, LA TRAMA Mentre i tifosi italiani assistono alla sconfitta della nazionale durante la semifinale di Coppa del mondo, un noto produttore cinematografico viene trovato morto nelle acque del Tevere. Si sospetta un omicidio e i principali indagati sono tre giovani sceneggiatori, chiamati in questura a raccontare la loro versione dei fatti. IL TRAILER CINEMA NOSTALGIA E METACINEMA Il trailer fa giustamente riferimento ai Mondiali di calcio, perché sono l'elemento più famigliare al pubblico, ma il vero cuore pulsante di 'Notti magiche' è il racconto di ciò che è rimasto del grande cinema del dopoguerra, con i suoi autori ormai al tramonto, e insieme è un ragionamento su come si dovrebbe fare cinema, su come si dovrebbero narrare le storie. Cioè, dice Virzì, guardando fuori dalla finestra, osservando le vite di chi ci sta intorno. IL PARERE DI CHI L'HA VISTO 'Notti magiche' di Paolo Virzì, secondo i pareri ricorrenti nelle recensioni dei critici, sembra un pochino troppo disomogeneo, con i tre sceneggiatori protagonisti che sembrano macchiette, più che personaggi a tutto tondo, e l'intento metacinematografico a tratti didascalico. Ma il film funziona quando mette in secondo piano i giovani protagonisti, quando li racconta al di fuori dell'ambiente romano, o ancora quando guarda alle vecchie glorie del cinema italiano senza timore reverenziale. Ma sono appunto momenti belli alternati a momenti meno riusciti, senza che i primi prendano il sopravvento. Leggi anche: - Il Gladiatore 2, Ridley Scott al lavoro sul sequel - Penny Dreadful, in arrivo lo spin-off politicamente impegnato - Spie sotto copertura, arriva lo 007 pennuto

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