Giovedì 25 Aprile 2024

Mentana come Santoro: “Chi lascia la Rai non è un martire”

Non esiste alcun "diritto inalienabile a dover essere sempre in onda": così il direttore del Tg de La7 sui casi Fazio e Annunziata, al Festival della Tv di Dogliani. Martedì scorso anche Santoro aveva espresso da Floris le sue perplessità sui due addii

Roma, 3 giugno - A pochissimi giorni dall'affondo di Michele Santoro contro i sedicenti "martiri Rai" Fabio Fazio e Lucia Annunziata, oggi anche Enrico Mentana ha preso la parola, ribadendo e ampliando le perplessità dell'ex conduttore di "Samarcanda". Chi lascia la Rai farebbe bene a evitare di voler passare da "martire" perché non esiste alcun "diritto inalienabile a dover essere sempre in onda". Da giornalista, con un'esperienza in tutte le grandi tv generaliste italiane, Mentana ha detto la sua sulle cosiddette epurazioni in Rai e lo ha fatto parlando di televisione dal Festival della tv di Dogliani.

Enrico Mentana, 68 anni
Enrico Mentana, 68 anni

"Io credo che non ci sia niente di meglio che interrompere un rapporto senza fare scene madre o i martiri di Belfiore, senza lasciar intendere che con te o senza di te la libertà e la democrazia cessino di esistere. Nessuno di noi è insostituibile" ha detto il direttore del Tg de La7 . "Nessuno è nato con la missione divina di fare giornali o trasmissioni: un po' ce li siamo conquistati, un po' siamo scesi a patti. Ma non esiste nè il diritto di restare nè di epurare", ha aggiunto il giornalista, per poi continuare: "Se accetti di lavorare in Rai sai che ci sono i partiti. Ogni volta ci sarà qualcuno che tenta di mettere i suoi uomini o le sue donne ma non c'è mai lesione della democrazia: c'è lo spoil system. Basterebbe una riforma di una riga, quella per sottrarre la Rai al controllo dei partiti".

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"E’ molto semplice e gratificante fare il ruolo di chi è martire ma sarebbe più semplice fare delle scelte, motivarle ed avere fair play - ha proseguito l'uomo delle maratone tv -. E’ evidente e chiarissimo di cosa parliamo non esiste un Maradona tutti siamo onesti lavoratori: nessuno ha il diritto inalienabile di essere sempre in onda". Poi certo ci sono le differenze: per un Fabio Fazio, il cui "contratto di certo si fa in tre mesi non in tre giorni" ci sono altre situazioni come quella di Lucia Annunziata. Lei "a differenza di Fazio non ha un'altra tv in cui andare: se ne è andata dignitosamente dicendo però che non accetta questo governo. Ma non puoi lavorare nel servizio pubblico e dire di non accettare chi governa. Chi governa deve stare sotto il controllo dell'opinione pubblica e dell'informazione: a maggior ragione se non sei d'accordo devi stare lì", ha detto Mentana.

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Sullo stesso suo palco, poco prima, era passato anche Piero Chiambretti. Lui, che di cacciate dice di aver fatto quasi la collezione ("essendo un cane sciolto sono stato anche sciolto nell'acido", ha scherzato) a tornare in Rai, magari proprio al posto di Fazio, un pensiero ce lo farebbe. "Se dovessi chiudere la mia carriera mi piacerebbe sicuramente chiuderla in Rai dove ho cominciato" ha confessato. "Non so se proprio in quello spazio o in un altro... Certo bisogna vedere con quali spazi e garanzie". Di certo, ha anticipato, la sua mission non sarebbe quella di andare a cercare interviste con personaggi molto noti: "la maggior parte dei conduttori punta ad avere ospiti importanti perché cercano di vivere di luce riflessa. Io preferisco avere personaggi piccoli, difficili e magari sconosciuti, ma se bucano il video - è la sua scommessa - è una soddisfazione doppia".

Tornando a Santoro, "Michele chi?" aveva attaccato Fazio e Annunziata martedì scorso ospite di Giovanni Floris su La7 dichiarando: "Sono convinto che la Rai come azienda abbia avuto una perdita, perché sono due professionisti molto validi. Io non li sopporto, nessuno dei due. Le narrazioni che fanno sono sempre un po' farlocche. Fazio non è vero che è stato 40 anni ininterrotti in Rai, lavorò per La7 quando era di Telecom, non fece nessuna puntata e andò via con molti miliardi". Raccontando poi un aneddoto: "Io all'epoca ero fuori perché c'era l'editto bulgaro, e volevano che andassi anche io a La7. Colaninno mi invitò a un pranzo, di petti di pollo bianchicci. E mi fece un discorso molto importante, dicendomi che qui mi volevano tutti...". Ma il vero problema è: come è rientrato Fazio in Rai nel 2003? "Io - ha detto Santoro - non rientrai in Rai, lui sì. Non ci è rientrato per i buoni uffici del suo agente ma perché la politica ha voluto che lui tornasse".

Sulla Annunziata Santoro si era poi reso protagonista di un botta e risposta con Floris che aveva bollato il tutto come 'gossip': "Questo non è affatto gossip, perché nel momento in cui Annunziata lascia la Rai dicendo che non sei d'accordo col governo, uno deve anche ricordare che lei è stata presidente di garanzia della Rai quando a governare c'era Berlusconi".

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