Domenica 1 Settembre 2024

Matteo Garrone: ‘Io capitano’ poteva vincere l’Oscar, sono stati fatti troppi errori

Il regista si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Non abbiamo avuto il distributore americano giusto, ma soprattutto nessuno ci ha detto che potevamo correre in tutte le categorie”

Il regista Matteo Garrone (Ansa)

Il regista Matteo Garrone (Ansa)

Bari, 17 marzo 2024 - "Agli Oscar era possibile vincere". Matteo Garrone torna sul sogno sfumato di una statuetta per 'Io capitano', in nomination per il miglior film internazionale, premio andato a 'La zona di interesse' del britannico Jonathan Glazer. "Purtroppo la campagna non è andata come doveva andare, non abbiamo avuto il distributore americano giusto che ha investito quello che andava investito e poi, soprattutto, nessuno ci ha detto che si poteva correre in tutte le categorie – dice il regista dal Bif&st (Bari International Film Festival), togliendosi qualche sassolino dalla scarpa –. Una cosa che fa la differenza perché è una gara in cui non tutti partono alla pari. Se corri per tutte le categorie hai come votanti tutti i diecimila dell'Academy, mentre per la categoria miglior film straniero a votare sono solo in mille".

"Gli inglesi votanti sono poi ben novecento, mentre gli italiani poco più di cento. Correre per tutte le categorie ci avrebbe dato più chance", ha spiegato il regista che oggi ha tenuto una masterclass al Teatro Petruzzelli dopo la proiezione.

"La mancanza iniziale di un distributore americano adeguato e importante ha fatto sì che il film non fosse iscritto in tutte le categorie", ha quindi chiarito Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, che ha co-prodotto e distribuito in Italia 'Io Capitano'.

"‘Io capitano’ è comunque un film davvero strano – ha sottolineato ancora Garrone – . È stato rifiutato da alcuni festival e da tanti distributori e anche il fondo europeo di Euroimages, che in genere ha sempre sostenuto i miei film, questa volta ha detto no. Non ho avuto nessuna motivazione scritta, ma quando poi l'ho chiesto mi hanno detto che era stato bocciato: ‘perché trattava un tema cosi drammatico in maniera avventurosa’". Per fortuna c’è stata "una straordinaria accoglienza nelle scuole grazie a professori illuminati. I giovani credo possano davvero cambiare le cose”, ha aggiunto il cineasta annunciando che "ad aprile andremo in Senegal, dove tutto è iniziato". "Porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili. Vale a dire che torneremo dove i due protagonisti esordienti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, hanno cominciato il loro viaggio", ha concluso.