Mercoledì 24 Aprile 2024

"Esci il cane" e "siedi il bambino", la Crusca dice sì. "Ma non in contesti ufficiali"

Sdoganate le espressioni regionali, ma il presidente Marazzini smorza l'entusiasmo del Sud

Una signora con il suo cane

Una signora con il suo cane

Firenze, 28 gennaio 2019 - Il Sud esulta. L’Accademia della Crusca, smorza. Insomma, cosa c’è di vero nella notizia che sta facendo il giro dei social? Ossia, le forme regionali come «esci il cane», «entra i panni» o «siedi il bambino» non sarebbero più espressioni da segnare con la matita blu, in quanto sdoganate dal prestigioso istituto di tutela e studio della lingua italiana con sede a Firenze. Ne parliamo con Claudio Marazzini, dal 2014 presidente della Crusca.

Professore, ci spieghi bene: non è più sbagliato rendere transitivo un verbo intransitivo? «Si tratta di un intervento in rete (su accademiadellacrusca.it) di un accademico illustre, Vittorio Coletti. Interrogato da un lettore che chiedeva una consulenza linguistica online sulla questione se sia lecito costruire il verbo sedere con l’oggetto diretto di persona – siedi il bambino, siedilo lì – Coletti ha risposto con un intervento scientifico in cui dimostra una simpatia per questo tipo di costrutto meridionale. Cosa che ha scatenato l’entusiasmo di tutti coloro che lo utilizzano da sempre, sentendosi di solito rimproverare».

Quindi è ancora sbagliato dire “esci il cane”? «È una questione di lana caprina: per Coletti ormai la formula è stata accolta nell’uso, anche se non ha paralleli in costrutti consolidati con l’oggetto interno come li hanno salire o scendere (le scale, un pendio): quindi non vede il motivo per proibirla e neppure per sconsigliarla».

Mentre l’Accademia della Crusca? «In realtà ha avallato la posizione, in quanto Paolo D’Achille, accademico e responsabile del Centro di consulenza linguistica, ha pubblicato la risposta di Coletti al nostro lettore, ma titolandola “Siedi il bambino! No, fallo sedere!”. C’è una bella differenza. In altre parole, un uso di espressioni come “esci il cane”, “entra i panni” e “siedi il bambino” possono essere considerate corrette in quanto, nonostante si tratti di verbi di movimento generalmente intransitivi, in questa costruzione “hanno una loro efficacia e sinteticità espressiva che può indurre a sorvolare sui limiti grammaticali”, per dirla con le parole del collega. Ma questo non vuol dire che gli studenti possano far propria questa sterzata linguistica».

Niente “siedi il bambino” nei compiti in classe, allora? «Anche in questo caso, dipende dal contesto in cui lo si scrive. Un po’ di italiano regionale è consentito, certo non in un discorso ufficiale del Capo dello Stato, in un compito di maturità o in una tesi di laurea. Forme come “c’ho fame” non saranno corrette, ma probabilmente nessun insegnante le segnerebbe come errore, se proposte in un tema libero, ad esempio».

Senza arrivare ai paradossi linguistici stile “Io speriamo che me la cavo” del maestro Marcello D’Orta... «Ovviamente. Ogni regione ha le sue forme. Essendo di Torino a volte anche io devo far attenzione a non utilizzare durante le conferenze il nostro “più” rafforzativo (ho solo più dieci minuti), che a noi piemontesi viene naturale. Ma in italiano non è corretto, quindi in pubblico non lo uso».

In conclusione, presidente? «Può essere giusto conservare un uso popolare della nostra coloritissima lingua, costruzioni che possono considerarsi errate come il verbo sedere con l’oggetto diretto di persona, che al Nord farebbero storcere il naso, eppure utilizzate da tantissimi italiani. Ma in situazioni non ufficiali».

I prossimi passi? «Ci saranno chiarimenti, dovremo prendere in esame la questione prima che un insegnante si ribelli all’uso scritto di “esci il cane” o “siedi il bambino”, per quanto l’intervento scientifico di Coletti pubblicato sul sito dell’Accademia sia accurato e, per certi aspetti, condivisibile».

Ma? «Esistono usi appropriati, altri meno. L’apertura riguarda anche altre espressioni, sostiene Coletti: “una procedura sintetica che riguarda da tempo anche altri verbi di moto come salire e scendere ma anche uscire e persino, al Sud, entrare, che in molti italiani regionali (non solo meridionali) ammettono, specie all’imperativo, il complemento oggetto (sali/scendi il bambino dalla nonna, esci il cane)”. Ma un conto è utilizzare queste costruzioni in un contesto familiare, un altro pensare di scriverla in un compito in classe o riportarla in un contesto ufficiale».

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