Martedì 23 Aprile 2024

Così Maria Stuarda implorava l’aiuto francese

Scoperte e decifrate 57 lettere in codice inviate all’ambasciatore a Londra dalla regina scozzese prigioniera della cugina Elisabetta I

Maria Stuarda (1542-1587) in un dipinto ispirato alla miniatura di Nicholas Hilliard

Maria Stuarda (1542-1587) in un dipinto ispirato alla miniatura di Nicholas Hilliard

Molti misteri di Maria Stuarda sono stati svelati. Merito di 57 lettere che la sovrana di Scozia aveva scritto mentre era prigioniera di sua cugina Elisabetta I. Missive in codice che erano rimaste nei sotterranei della Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi per oltre 400 anni e non erano mai state comprese. Fino a quando un team internazionale di crittografi è riuscito a decifrarle e ad attribuirle a Maria Stuarda (1542-1587). I documenti, che si credevano perduti, spiega il quotidiano francese Le Figaro, furono scritti dalla sovrana cattolica ai suoi sostenitori mentre era imprigionata dalla regina Elisabetta I, sua cugina, dove aveva cercato rifugio invano, e che invece la fece decapitare.

Le lettere, scritte tra il 1578 e il 1584, erano state catalogate erroneamente negli archivi della Biblioteca Nazionale di Francia e solo quando il codice è stato decifrato – grazie al team internazionale al quale hanno partecipato l’israeliano George Lasry, il tedesco Norbert Biermann e il giapponese Satoshi Tomokiyo – è stato possibile identificare la regina di Scozia come autrice. È stato così possibile scoprire le lamentele di Maria per le condizioni di detenzione, le sue rimostranze contro la cugina, i suoi sentimenti di abbandono da parte della Francia e i tentativi di intermediazione per il suo rilascio. Nonostante la stretta sorveglianza a cui era sottoposta, riuscì a distribuire le lettere ai suoi sostenitori attraverso alcuni cortigiani fidati.

La maggior parte delle lettere è indirizzata a Michel de Castelnau de Mauvissiere, ambasciatore francese in Inghilterra, gran sostenitore della regina cattolica. I documenti segreti finirono a Parigi proprio perché la loro destinazione era l’ambasciatore francese a Londra. Sono lettere rivelatorie, che lasciano trapelare tutto l’astio di Maria nei confronti di Robert Dudley, conte di Leicester e favorito della regina Elisabetta I e il disagio quando suo figlio Giacomo – il futuro re Giacomo I d’Inghilterra – fu rapito nell’agosto del 1582. "Ci sono molti dettagli sugli intrighi, la politica, i suoi tentativi di corrompere i funzionari e le lamentele sulla sua salute e le condizioni di prigionia", ha detto Lasry, nel commentare il contenuto dei documenti.

Il professore John Guy, ricercatore di storia a Cambridge e autore nel 2004 della biografia Maria regina di Scozia, ha dichiarato che la scoperta è "sensazionale dal punto di vista storico e letterario. Si tratta della più importante scoperta su Maria Stuarda da cento anni a questa parte. Questi nuovi documenti, che ammontano a circa cinquantamila parole, dimostrano che Maria era un’analista accorta e attenta degli affari internazionali".

Ci sono prove, però, che da quelle raccolte mancano altre lettere di Maria Stuarda, citate in altre fonti ma non trovate altrove. In Under the Molehill – una storia di spionaggio elisabettiana – John Bossy scrive che una corrispondenza segreta con i suoi soci e alleati era "tenuta così al sicuro che niente di tutto ciò è sopravvissuto, e non sappiamo cosa ci fosse dentro".

Maria Stuarda è passata alla storia come una delle più sfortunate regnanti di sempre, vittima di rovesci di sorte di ogni tipo, nonché prigioniera per circa venti anni della cugina Elisabetta I, allora regina d’Inghilterra. Maria divenne regina di Scozia quando aveva sei giorni, dopo la morte del padre trentenne, e quando aveva cinque anni fu portata a Parigi perché già promessa al re di Francia Francesco II.

Fu regina di Francia per un breve periodo e alla morte del re dovette lasciare il Paese e fu coinvolta nella guerra tra cattolici e protestanti attraverso le dinastie di Scozia e Inghilterra. A 19 anni fu fatta catturare dalla cugina Elisabetta I perché considerata una potenziale minaccia e tenuta in prigionia per quasi venti anni. Dalla prigione scrisse centinaia di lettere cifrate a suoi sostenitori e alle cancellerie europee e proprio a causa di queste lettere, decriptate da uno dei massimi esperti dell’epoca, venne condannata a morte per tradimento. Le sue lettere criptate furono tradotte dallo studioso Thomas Phellipes e questo le costò la vita. Sfortunata fino alla fine.

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