Di Manuela Santacatterina - "Le mie incursioni nel doppiaggio? Le trovo sempre molto divertenti. Anche perché tecnicamente quello del doppiatore è un mestiere molto complicato. Forse ancor più che girare una scena vera e propria su un set di un film. Perché? Ma perché devi seguire i tempi di un altro attore, seguire qualcosa che già è stato fatto. Ti puoi inventare molto poco e devi riuscire, in quella selva di tecnicismi, a trovare la tua verità, a mettere il tuo corpo in quella situazione e a farlo vivere nel personaggio! In merito ai temi di un film come Il mostro dei mari penso sia importante che la scuole e i genitori insegnino ai propri ragazzi a sviluppare un proprio senso critico, ad avere sempre il dubbio. Perché è quello che ti porta ad approfondire una notizia, a sentire più voci - senza per questo esserne confusi – per cercare di costruirsi un proprio pensiero. Siamo sempre chiamati, da esseri umani, ad aiutare chi è in difficoltà. C’è chi sta vivendo la guerra, una delle più grandi tragedie dell’essere umano. Con l’incontro, la curiosità, la voglia di conoscere e anche con storie come Il mostro dei mari si può sconfiggere la paura del diverso. Perché sono i nostri figli che devono imparare a incontrare la diversità. C’è ancora tanto pregiudizio e ci sono ancora storie di emarginazione che finiscono in tragedia. Credo che ai nostri ragazzi vada insegnato il valore profondo della diversità...."
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