Mercoledì 24 Aprile 2024

Charlotte, dalla graphic novel ad Auschwitz

La breve vita della Salomon ha ispirato libri, balletti e ora un biopic. Il suo “Vita? O teatro?“ è considerato il primo romanzo a fumetti

Migration

di Roberto Giardina

Charlotte dipinse solo per 18 mesi della sua breve vita, ma è una delle più grandi artiste del XX secolo. Nata a Berlino, fuggita in Francia, verrà uccisa a Auschwitz, a 26 anni, incinta di cinque mesi. Le sue opere furono esposte solo nel 1961, e fu una scoperta straordinaria. Charlotte Salomon ha ispirato un film, un balletto, un’opera lirica, su di lei hanno scritto diversi libri, saggi critici, una biografia; un biopic è stato presentato al Film festival ebraico a Londra.

Nel 2012, a Documenta XIII, la grande rassegna di arte contemporanea che si tiene a Kassel ogni cinque anni, cento sue gouache furono esposte in una sala buia. Nella penombra, con colori netti, le tavole raccontavano l’esistenza di una giovane ebrea, tra arte e morte, e anche la nostra storia. La curatrice di Documenta, l’italoamericana Carolyn Christov Bargaiev, aveva voluto presentare una rassegna del secolo scorso, artisti noti o dimenticati. Fu una rassegna affascinante; l’ultima, l’estate scorsa, è stata un fallimento, uno scandalo per le opere antisemite presentate.

Charlotte in 1325 gouache raccontò la sua biografia, o la inventò, ogni tavola accompagnata da un breve testo, una sorta di fumetto, a cui diede il titolo Leben? Oder Theater? (vita o teatro?) Fu la prima “graphic novel“, come si dice adesso. Era nata a Berlino, durante la Grande guerra, il 16 aprile 1917. Il padre Albert Salomon è un celebre chirurgo ebreo. La madre Franziska muore quando lei ha nove anni, di influenza, le dicono. Quattro anni dopo, il padre si sposa con la cantante Paula Lindberg. "Amavo Charlotte, e lei mi amava, eravamo unite come madre e figlia", le fa dire l’artista. La matrigna occupa un ruolo importante nell’opera, ma la realtà fu più conflittuale. La ragazza si innamorò del maestro di canto di Paula.

Frequenta un liceo per le ragazze della buona società, la espellono perché ebrea un anno prima della maturità. Riesce a iscriversi all’Accademia di Belle Arti, perché il padre ha combattuto nella Grande guerra.

Ottiene il primo premio in un concorso tra gli allievi, ma la vittoria viene annullata perché ebrea. Nel gennaio del ’39, Charlotte parte per la Riviera francese, dove vivono i nonni, a Villefranche-sur-mer, vicino a Nizza. "Era seducente, piena di vita, ma timida e riservata, eravamo sicuri che ci saremmo rivisti", raccontò il padre. Con Paula andrà a sua volta in Olanda e sfuggirà alla deportazione: morirà nel 1976, a 93 anni.

Quando vedrà le opere della figlia, rimarrà sorpreso, ignorava che Charlotte avesse un grande talento. Dipinge con colori netti. Le tavole berlinesi sono cupe, interni quasi senza luce, le strade sotto la pioggia, quelle francesi soffuse di luce dorata, con colori vivi, azzurri, verdi.

Si uccide la nonna, e il nonno le rivela che anche sua madre si tolse la vita, a 36 anni, come la sorella, e altre parenti: "Una maledizione di famiglia pesa sulle donne", le rivela.

Charlotte non sa se morirà per mano dei nazisti, che hanno occupato la Francia, o non sfuggirà alla maledizione, e deciderà di togliersi la vita. Incomincia a dipingere in modo frenetico, si chiude in camera e lavora fino all’alba. In tutto creerà 1325 gouache, quasi tre al giorno, tutte nello stesso formato 32 per 25, e ne sceglie 869 per unirle in un’opera unitaria. Charlotte racconta di aver avvelenato il nonno, forse colpevole di abusi sessuali. Probabilmente è solo un desiderio, il nonno sarebbe morto in seguito a una caduta per strada. Ma non ci sono prove certe.

Poco prima della deportazione, affida in una valigia le sue opere a un amico. Si sposa con un giovane profugo austriaco, Alexander Nagler. Vengono traditi, e arrestati il 24 settembre del ’43, e deportati il 7 ottobre a Auschwtz. Charlotte è uccisa poco dopo l’arrivo al lager, probabilmente il 10 ottobre, Alexander muore di stenti il 2 gennaio del ’44. Una pietra d´inciampo ricorda Charlotte innanzi alla casa di famiglia, nella Wielandstrasse 15, nel quartiere di Charlottenburg. Hanno dato il suo nome a una strada e a una scuola elementare.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro