Giovedì 25 Aprile 2024

Negli Usa cani addestrati a fiutare la malattia che falcidia cervi e alci

L’olfatto canino può essere un’arma in più per difendere la fauna selvatica nei parchi: lo dimostra una ricerca

L'olfatto canino può proteggere anche la natura

L'olfatto canino può proteggere anche la natura

Già nel pieno dell’epidemia da Covid-19 negli stati Uniti sono stati utilizzati all’ingresso di palazzetti e altri luoghi pubblici cani in grado di fiutare i soggetti positivi al virus.

Ora uno studio condotto alla Penn School of Veterinary Medicine e pubblicato sulla rivista scientifica Prion conferma la possibilità di addestrare Fido a riconoscere all’olfatto la presenza di una determinata malattia.

Il fiuto dei cani a difesa di parchi e allevamenti

Utilizzando campioni di feci di cervi positivi alla CWD (letale “malattia del deperimento cronico” che colpisce il cervello) e di cervi in cui la CWD non era invece stata rilevata, i ricercatori hanno addestrato tre cani a identificare all’olfatto la presenza dei composti organici volatili fatti rilasciare da questa patologia causata da prioni, agenti infettivi che vengono trasmessi anche per rilascio nel terreno.

Una volta messi alla prova, i tre cani (di nome Charlie, Jari e Kiwi) hanno dimostrato una tale abilità nel rilevare le feci degli esemplari malati da suggerire la possibilità di utilizzarli in parchi e allevamenti degli Stati Uniti per identificare il prima possibile la presenza della CWD ed evitare la diffusione di massa di questa malattia trasmissibile che colpisce i cervi come l'alce e per la quale non esistono purtroppo cure.

I test eseguiti con due labrador retriever e uno spitz finnico

“Considerando il tempo di addestramento e il fatto che abbiamo condotto l’esperimento con cani da compagnia (due labrador retriever e uno spitz finnico) e non esemplari da ricerca addestrati, i nostri risultati sono molto promettenti”, ha affermato Amritha Mallikarjun, ricercatrice post-dottorato presso il Penn Vet's Working Dog Center e autore principale dello studio.

Il team della Penn School of Veterinary Medicine sta già collaborando con altri gruppi non solo per lavorare con cani adedstrati da rilevamento, ma anche per identificare gli odori a cui i cani possono dimostrarsi maggiormente sensibili per sviluppare altri sistemi di rilevamento precoce delle malattie che possono colpire la fauna selvatica. Mentre negli Stati Uniti il Wildlife Futures Program ha già previsto l’addestramento di cani da ricerca "professionisti" per setacciare campi e foreste alla ricerca della pericolosissima CWD.

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