Lunedì 16 Giugno 2025
ANDREA SPINELLI
Magazine

Arisa intona l’Inno di Mameli: "Che orgoglio, con sincerità"

Reduce dal tour Usa, sarà la voce della festa della Repubblica ai Fori Imperiali

Arisa, 42 anni

Arisa, 42 anni

"Partecipare attivamente alla celebrazione del 2 giugno, in occasione della sfilata ai Fori Imperiali, all’apertura delle celebrazioni per la festa della Repubblica, è per me motivo di grande orgoglio e commozione. Intonerò l’Inno nazionale che è molto più di una melodia: è il simbolo della nostra identità, dei valori che ci tengono uniti come popolo. Avere l’opportunità di prestare la mia voce in un contesto così solenne, alla presenza del Capo dello Stato e delle più alte cariche istituzionali, è un onore che mi emoziona profondamente".

Arisa: qualcosa più di un’emozione?

"Cantare l’Inno ai Fori Imperiali, un luogo così ricco di storia e significato, rappresenta un momento unico nella mia carriera. Ma soprattutto, è un modo per testimoniare la mia vicinanza e il mio rispetto per le istituzioni, per le Forze Armate e per tutti i cittadini che ogni giorno, in silenzio, contribuiscono a costruire e difendere la Repubblica. Quest’anno il tema delle celebrazioni – “A Difesa della Repubblica, al servizio del Paese“ – mi risuona particolarmente. Credo che, anche attraverso la musica, si possa offrire un servizio al Paese: quello di unire, ispirare, ricordare chi siamo e da dove veniamo. In un tempo in cui è facile sentirsi divisi, la cultura e l’arte possono essere un ponte. Per questo sono felice di poter contribuire con ciò che so fare: cantare, con sincerità e rispetto".

Dice che questo è un tempo in cui è facile sentirsi divisi...

"Sì. E c’è bisogno di una giornata come questa che celebra la democrazia, la libertà e l’unità nazionale. Sono valori che sento miei, come cittadina e come artista. E spero che, nel mio piccolo, la mia voce possa aiutare a rafforzare quel sentimento di appartenenza che ci rende comunità".

Lei è reduce da un tour nordamericano, passato da Montreal, Toronto, Chicago, Boston e Atlantic City. Che pubblico ha trovato?

"Un pubblico misto, attirato da melodia e belcanto, ma anche da quell’italianità che piace sempre. Tant’è che per le prossime settimane ho messo in agenda una full immersion linguistica a New York con cui provare a migliorare il mio inglese per spiegare durante i concerti le mie canzoni anche a chi non ne capisce le parole".

È anche volata in California per ritirare il Filming Italy Los Angeles Best Original Song Award.

"Già per Canta ancora, tema del film Il ragazzo dai pantaloni rosa, pellicola per la quale avevo fatto peraltro anche un provino da attrice, finito nel nulla. Il riconoscimento andato alla canzone mi ha fatto piacere due volte, visto che l’ho scritta interamente io. In quest’ottica, pure il fatto che Canta ancora sia stato selezionata per il rush finale del Premio Amnesty International Italia riservato ai brani che si sono distinti per impegno e contenuti, è stato una cosa bellissima".

Canta ancora è finita nel film dopo essere rimasta da parte a lungo.

"L’ho scritta anni fa, nel mezzo di una situazione delicata per me e per la mia famiglia, spinta dal bisogno di trovare un contatto con mia madre. Mi è tornata in mente subito davanti al soggetto del Ragazzo dai pantaloni rosa, ispirato alla storia vera di un quindicenne che nel 2012 s’è tolto la vita vittima degli atti di bullismo e cyberbullismo dei compagni di scuola".

Problema sociale.

"Siamo tutti dei palloncini in un mondo di aghi. Per questo si deve partire dalla famiglia per sviluppare una rete di conoscenze capace di proteggerci dai rischi connessi soprattutto in un momento di grande esposizione mediatica come l’attuale. Mamma nella mia vita è un bel centro di gravità, capace di tenermi coi piedi per terra quando rischio di finire in balia di me stessa".

Perché accade?

"Perché ci troviamo tutti a fare i conti con la quantità di amore di cui abbiamo bisogno per andare avanti. Ed è proprio quella necessità, talora, a spingerci verso errori madornali. Non possiamo dipendere dagli altri, lasciargli questo potere sulle nostre vite. Dobbiamo piuttosto imparare a dialogare con noi stessi e riuscire a vivere in equilibrio da soli mossi dalla certezza, pure davanti alle difficoltà, che domani è sempre un altro giorno".