Con il sostegno di:

main partnermain partnermain partnermain partnermain partnermain partnermain partnermain partnermain partnermain partner

Val di Cembra, il cuore pulsante della rinomata viticoltura trentina

di FRANCESCO LOMMI -
24 febbraio 2023
Verla_di_Giovo_-_panorama

Verla_di_Giovo_-_panorama

Un tour nelle cantine del Trentino, e più precisamente in Val di Cembra, dovrebbe essere un passaggio obbligato per tutti gli amanti del vino. Da queste uve nascono bottiglie come la Schiava, il Pinot Nero, il Gewürztraminer, lo Chardonnay ma soprattutto le varie sfumature di Müller-Thurgau e del Trentodoc, le bollicine di montagna. La Val di Cembra si può considerare a tutti gli effetti la culla della viticoltura della regione. Secondo alcuni ritrovamenti infatti la coltivazione della vite in queste zone risalirebbe all'età del Ferro. E il paesaggio cembrano, fatto di pendii e terreni scoscesi, è profondamente, e positivamente, segnato da questa antica tradizione portata avanti nei secoli: la peculiarità visiva sta nei 708 km di muri a secco (realizzati in porfido, altra specialità della zona), che sorreggono i terrazzamenti su cui poggiano i vigneti. Una caratteristica che rende unica questa zona e che richiede la cura e il lavoro di tantissimi addetti che da anni tutelano questo patrimonio culturale. Una visione che racchiude secoli di storia e tecniche di coltivazione tramandate da generazioni di agricoltori: ancora oggi, infatti, la vendemmia viene eseguita manualmente. Oltre chilometri di muretti a secco che raccontano la storia di famiglie e paesi che presidiano il territorio, abitandolo, rendendolo produttivo e mantenendolo vitale, funzionale, nei campi e in montagna, con la gestione del bosco. Peculiarità tecniche e visive che, oltre a preservare il fascino e i sapori della tradizione, sono valse alla valle il riconoscimento di Paesaggio rurale storico d'Italia. Un paesaggio così atipico da impressionare anche il pittore tedesco Albrecht Dürer. L'artista rinascimentale lungo il suo tragitto per Venezia passò per il lago Santo, una goccia blu tra verdi boschi di abeti della Val di Cembra, immortalando il paesaggio incontrato sul suo cammino in alcuni acquerelli. Tutti luoghi da vedere anche oggi per rivivere scorci ed emozioni dei viandanti di un tempo, quando si preferivano le vie a mezza costa o in altura rispetto ai sentieri delle pianure, allora paludose e difficili da percorrere. Oggi non ci sono più di questi problemi e i trekking fra i terrazzamenti cembrani regalano 'soltanto' panorami mozzafiato.